Tumori, Acto: «In Puglia si risparmia sulla pelle delle famiglie ad alto rischio oncologico»

«Con straordinario tempismo, il 4 marzo, proprio nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale per la lotta all’Hpv per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della vaccinazione contro il papilloma virus e la prevenzione delle malattie Hpv correlate, e a una manciata di giorni dall’8 marzo, la direzione del dipartimento Promozione della Salute e del Benessere animale della Regione Puglia dirama un comunicato in cui cancella con un colpo di spugna i risultati conseguiti faticosamente da alcune associazioni a favore di tutta la popolazione pugliese e soprattutto delle famiglie ad alto rischio». Lo afferma la sezione pugliese dell’Alleanza contro il tumore ovarico (Acto Puglia) in riferimento alla nota che riassume i risultati del 2022 delle campagne di screening oncologici e ne enuncia gli obiettivi per il 2023, al fine di poter finalmente raggiungere i risultati attesi in merito alla prevenzione di alcuni tumori, «purtroppo in Puglia ancora lontani dalla media nazionale», scrivono da Acto Puglia.

«Contestualmente – proseguono dall’associazione -, con spregio dei bisogni di salute di ampi strati della popolazione, la circolare cancella i codici di esenzione d98 e d99, che consentono di effettuare gratuitamente i test genetici alle famiglie con alto rischio oncologico e di accedere a specifici percorsi di sorveglianza che le persone con mutazioni eredo-familiari devono effettuare, con maggiore frequenza e più precocemente rispetto alla popolazione generale; un risparmio davvero insignificante per la comunità, che però danneggia centinaia di famiglie che con la legge n. 1 (e la 14) del 2022 avevano finalmente visto garantirsi un diritto alla vita e alla prevenzione senza gli onerosi costi richiesti dal Servizio sanitario nazionale».

Acto Puglia, si legge in una nota, «prende ferma posizione nei confronti di questa ingiustizia che ricade sulla pelle dei pazienti oncologici e delle loro famiglie, già duramente provate da lutti e malattie, che vedono così cancellate le loro battaglie di civiltà. Parlare di prevenzione e di diritto alla salute e poi tornare indietro su diritti ormai acquisiti da un anno risulta iniquo oltre che paradossale. I soci di Acto invitano il dipartimento di Salute e Prevenzione ad essere lungimirante e a rivedere questa decisione, chiedendo di sanare queste assurde contraddizioni, perché solo percorsi strutturati ed omogenei di prevenzione e sorveglianza garantiscono risparmi sociali, umani ed economici a lunga scadenza».

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