Tumore del pancreas, al “Giovanni Paolo II” un ambulatorio per la sorveglianza di persone ad alto rischio

L’Istituto tumori di Bari aderisce al registro italiano di famiglie a rischio di cancro del pancreas e mette a disposizione consulenze ed esami per la diagnosi precoce.

Nei giorni scorsi, infatti, l’oncologico barese, unico centro del Sud Italia, ha aderito allo studio Irfarpc, Italian Registry of Families At Risk of Pancreatic Cancer, uno studio multicentrico di sorveglianza prospettica dei soggetti a rischio genetico di cancro del pancreas. Lo studio, no profit, ha l’obiettivo di raccogliere dati su pazienti sani, ma a rischio, per orientarli il prima possibile verso esami specifici o cure tempestive.

L’ambulatorio per la sorveglianza, predisposto dall’Istituto tumori, sarà aperto agli individui con almeno due parenti affetti da cancro del pancreas; soggetti con mutazioni genetiche correlate al cancro del pancreas; soggetti con diagnosi di pancreatite o altre sindromi specifiche. Chi rientra in questi criteri, sarà sottoposto prima ad una consulenza genetica, medica e chirurgica, durante la quale sarà ricostruita la storia clinica personale, e, successivamente, sarà invitato a sottoporsi a risonanza magnetica, da ripetersi poi ogni anno. Se la risonanza magnetica dovesse rilevare lesioni pre-cancerose, si passerà ad ulteriori esami di approfondimento, con ecoendoscopia biliopancreatica e la tc addome.

Tutti gli esami potranno essere effettuati al “Giovanni Paolo II” di Bari.

«Ricerca e assistenza clinica sempre di pari passo», commenta a riguardo il direttore generale Alessandro Delle Donne. «Con orgoglio, partecipiamo a questo importante studio nazionale, unico centro del sud Italia, che ci consentirà di fare ricerca attraverso una cospicua raccolta dati, e, contemporaneamente, di offrire un servizio di assistenza, orientamento e soprattutto diagnosi precoce ai soggetti a rischio di cancro del pancreas».

Spiega Raffaele De Luca, chirurgo e referente dello studio per l’istituto Tumori di Bari: «Lo studio coinvolge soggetti che, avendo familiarità per la patologia pancreatica, hanno maggiore rischio di sviluppare un tumore del pancreas rispetto alla popolazione generale. Identificare i segni precoci della malattia e individuare le persone che potrebbero essere più a rischio è uno degli obiettivi principali della ricerca sul cancro del pancreas a livello internazionale».

«Sul lungo periodo – conclude la genetista Margherita Patruno, responsabile del Centro studi tumori eredo-familiari dell’Istituto barese – lo studio ci permetterà di identificare anche possibili percorsi preventivo diagnostico-terapeutici specifici dal momento che, di fronte ad un tumore ereditario del pancreas, potrebbero esserci rischi oncologici maggiori anche per altri organi. Identificare questi individui è fondamentale per garantire loro un protocollo di prevenzione personalizzato». Gero Grassi, presidente del consiglio di indirizzo e verifica dell’Istituto commenta: «Un ulteriore tassello nel vasto sistema di diagnosi e cura dei tumori su cui questo Istituto sta alacremente lavorando».

L’ambulatorio per la sorveglianza dei tumori del pancreas è attivo nell’unità operativa di chirurgia generale dell’Istituto Tumori di Bari.

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