Torna a correre il Covid. Chironna: «Le varianti non vanno sottovalutate»

Con la fine dello stato di emergenza e il graduale allentamento delle misure precauzionali, si sta registrando un aumento sostanziale dei contagi da Covid-19 e dei ricoveri negli ospedali. La virologa e professoressa ordinaria di Igiene dell’Università di Bari, Maria Chironna, in relazione alla crescita della curva di positivi in Puglia commenta: «Sono cambiati i comportamenti delle persone, che non si preoccupano più». Con il ritorno degli spettacoli live, la riduzione quasi totale delle restrizioni e il graduale recupero della normalità, il pericolo è che possa esserci un eccessivo calo dell’attenzione.

I contagi in Puglia sono in aumento. Quali possono essere le cause?

«Come anticipato già qualche mese fa, il rilevamento di sottovarianti di Omicron (BA.4 e BA.5 soprattutto), più contagiose e immunoevasive, non era un buon presagio e si è subito ipotizzato, già allora, che avrebbe potuto innescare un’altra ondata epidemica. E bastava guardare a quanto accadeva in altri paesi, anche vicini. A questo si aggiunga che praticamente sono cadute tutte le “restrizioni” e le persone si sono dimenticate di Covid-19. Purtroppo, le varianti non perdonano. Poi si è, nei fatti, rinunciato ad ogni forma di contenimento».

D’estate il virus dovrebbe essere più debole. Perché si aspetta un picco di contagi? Cosa è cambiato?

«Sono cambiate le varianti e sono cambiati i comportamenti delle persone che non si preoccupano più di questa malattia considerandola, a torto, banale. Quando i contagi diventano migliaia, inevitabilmente, c’è, a distanza di poco, un aumento dei ricoveri e dei decessi. Pur sempre limitati grazie ai vaccini. Certo, si ipotizzava una stagionalità del nuovo Coronavirus, ma non è andata così e dovremo fronteggiare quest’altra ondata».

Cosa differenzia le sottovarianti? Si è abbassata troppo la guardia?

«Le sottovarianti di Omicron ora circolanti sono più contagiose del virus del morbillo che è il virus più contagioso che conosciamo. Inoltre, queste varianti infettano anche i vaccinati. Lo sappiamo. Ma non dobbiamo trarre conclusioni sbagliate. L’essersi vaccinati con ciclo completo protegge contro le forme gravi. Gli anziani con patologie e i fragili che non l’anno ancora fatta, dovrebbero fare la quarta dose fino a quando non potremo contare su vaccini aggiornati. Ormai le raccomandazioni a non abbassare la guardia non funzionano più. C’è una sorta di oblio collettivo. È lontano nel tempo lo sgomento per i morti delle prime ondate. Si equivoca sul fatto che è un virus che dà solo raffreddore. Questo anche a causa di una comunicazione contraddittoria, anche da parte della comunità scientifica. E questo non aiuta».

Che consiglio sente di dare per rallentare la corsa dei contagi, quali le precauzioni da adottare?

«Si dovrebbe ripetere, come un mantra, quello che si è sempre detto da inizio pandemia. Ma è difficile fermare ora la corsa del virus. Come si può fermare il contagio quando in molti eventi ci sono migliaia di persone ammassate anche all’aperto? Certo raccomandare l’uso di mascherine Ffp2 in ambienti chiusi e affollati può aiutare, in parte, a ridurre il rischio. Ma chi le usa più ormai? Quei pochi che le usano vengono quasi additati come “maniaci”. Invece, hanno solo rispetto della collettività e dei più fragili».

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