Spesa sanitaria, Bruno (UilFpl Puglia): «Il sistema è sotto-dimensionato. Non si può far finta di nulla»

«Aumentare la spesa sanitaria è una priorità nazionale e il metodo di riparto regionale del fondo sanitario nazionale va corretto per tenere conto dei maggiori bisogni di cura nei territori a più elevato disagio socio-economico». Lo dice la segretaria generale della UilFpl Puglia, Paola Bruno, commentando i dati riportati nel rapporto Svimez-Save the children.

«Il sistema sanitario è sotto-dimensionato. Le risorse pubbliche destinate alla cura sono in Italia più basse che altrove, la media nazionale è già al di sotto degli altri Paesi europei: la Germania è al 9,4% e la Francia all’8,9%, l’Italia è ferma al 6,6% pari a 2.140 euro pro capite. La Puglia fa ancora peggio fermandosi a 1.978 euro», evidenzia Paola Bruno.

«La povertà sanitaria – sottolinea – si sta allargando a macchia d’olio, quasi la metà è al sud, un dato che cresce anno dopo anno. Le variazioni del riparto regionale delle risorse sanitarie in relazione alle proiezioni demografiche sono in Puglia negative (-1,4 punti). Anche l’indice di efficienza nella spesa del Crea mette la Puglia in fondo alla classifica nazionale. Questo significa che i pugliesi non si curano e se lo fanno vanno fuori regione. La spesa in sanità non può essere considerata un costo da mettere in bilancio, ma è un investimento per la salute dei cittadini. I pugliesi non hanno accesso alle cure e sono sempre più costretti a spostarsi fuori regione, la mobilità passiva in Puglia ha avuto un costo tra il 2010 e il 2019 di 1,84 miliardi. Un dato inaccettabile, sia in termini sociali che di bilancio. E anche quando sono curati in Puglia non sono soddisfatti del livello di cura e assistenza ricevuti, solo il 64,3% dei pugliesi si dichiara soddisfatto dopo un ricovero e appena il 29% lo è dell’assistenza infermieristica. Il personale è carente, lo dicono i numeri, gli operatori sanitari sono oberati di lavoro e a pagarne le conseguenze sono i pazienti. La Puglia non può far finta di nulla, urge un piano straordinario di assunzioni. La Regione ci convochi per affrontare la questione in maniera seria e programmatica», conclude Bruno.

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