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Vaccini, Sivo: «L’immunizzazione di operatori sanitari tutela pazienti e comunità» – L’INTERVISTA

«Le vaccinazioni rappresentano una vera e propria pratica di sanità pubblica». Con queste parole, Danny Sivo, direttore sanitario del Policlinico di Bari e responsabile del «Sistema integrato regionale di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro», sintetizza l’importanza delle vaccinazioni, soprattutto tra gli operatori sanitari. In un periodo in cui la prevenzione rappresenta un tassello fondamentale per ridurre la pressione sugli ospedali, proteggere se stessi significa anche proteggere i pazienti e la comunità.

Dottor Sivo, perché è così importante che gli operatori sanitari si vaccinino?

«Perché l’operatore sanitario è sotto un più elevato rischio rispetto alla popolazione normale. Per motivi professionali, è naturalmente esposto al rischio biologico. La vaccinazione, quindi, tutela il lavoratore, come previsto dalla legge, ma protegge anche la comunità e, soprattutto, i pazienti. Si tratta, quindi, di un atto di prevenzione doppia: per sé stessi, ma anche di tutela degli altri».

In che modo la vaccinazione degli operatori influisce sull’efficienza degli ospedali?

«Se riduciamo il numero di persone che si ammalano, avremo meno ricoveri. Questo consente al nostro sistema di reggere meglio il carico tipico dei periodi come quello autunnale e invernale, quando le malattie respiratorie, come influenza o Covid, colpiscono di più, soprattutto in una popolazione sempre più anziana: prevenire oggi significa non trovarsi in difficoltà domani».

Qual è il ruolo della vaccinazione nella tutela dei pazienti fragili?

«È fondamentale. I nostri pazienti vengono in ospedale per curarsi e non devono contrarre nuove malattie durante il ricovero. La vaccinazione degli operatori sanitari rappresenta quindi una barriera di protezione, soprattutto per chi è più vulnerabile, come anziani e persone con patologie croniche».

Molti considerano il vaccino una scelta esclusivamente personale. Perché, invece, andrebbe visto anche come un dovere sociale?

«Perché il vaccino non tutela solo l’individuo che lo riceve, ma l’intera collettività. Ogni vaccinazione contribuisce a ridurre la circolazione del virus, proteggendo anche chi non può vaccinarsi per motivi medici. È un atto di responsabilità collettiva. Vaccinarsi significa meno malattie, meno ricoveri e ospedali più efficienti. Per gli operatori sanitari è anche una questione di sicurezza professionale e di rispetto verso i pazienti. In sintesi, proteggere se stessi significa proteggere gli altri: questa è la vera forza della prevenzione».

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