Durante l’estate, la sicurezza nei luoghi di lavoro diventa un’emergenza silenziosa, ma reale. In particolare, nei settori come l’agricoltura e l’edilizia, dove le attività si svolgono spesso all’aperto e in condizioni climatiche critiche, la tutela dei lavoratori non può prescindere da una pianificazione attenta, flessibile e personalizzata. A ribadirlo è Marisa Corfiati, dirigente dello Spesal Area Sud dell’Asl di Bari, che sottolinea con forza la centralità della prevenzione come leva strategica per la salute e la sicurezza nei contesti produttivi. «Una prevenzione efficace si basa sull’utilizzo di tutte le strategie – spiega Corfiati – come misure organizzative, sanitarie e tecniche, da personalizzare rispetto alle realtà produttive».
I settori produttivi
In particolare, nel settore agricolo, l’organizzazione del lavoro gioca un ruolo chiave: l’anticipo degli orari di lavoro o la sospensione delle attività durante le giornate più critiche, è una prassi sempre più diffusa tra le aziende. Non mancano esperienze di lavorazioni serali o notturne, ma con limiti oggettivi. Per alcune colture, come l’uva, per esempio, è impossibile lavorare di notte: la selezione del prodotto è visiva e non può essere affidata a luci artificiali. La natura del lavoro agricolo impone, quindi, una flessibilità organizzativa, ma anche una responsabilità condivisa nella tutela della salute.
Il protocollo
Ma il caldo estremo è un rischio sanitario riconosciuto a livello nazionale. A tal proposito, il Ministero del Lavoro ha recentemente definito un protocollo quadro per le emergenze climatiche, che individua quattro ambiti prioritari di intervento: informazione e formazione, sorveglianza sanitaria, uso di dispositivi di protezione adeguati e organizzazione dei turni. «Nel contesto agricolo – sottolinea Corfiati – la gestione degli orari è particolarmente efficace perché consente di conciliare le esigenze produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza». Tuttavia, non sempre è possibile interrompere o modificare il ciclo lavorativo, per questo è fondamentale mettere a disposizione acqua potabile, garantire pause adeguate e prevedere ambienti di ristoro coperti.
L’acclimatamento
Un altro elemento cruciale è l’acclimatamento dei lavoratori: l’adattamento fisiologico al caldo richiede tempo e deve avvenire in modo graduale, con attenzione al tipo e all’intensità dell’attività svolta. «Occorre pianificare i compiti più gravosi nelle ore più fresche e seguire indicazioni alimentari adeguate – fa notare Corfiati – ovvero, evitare bevande stimolanti come il caffè e favorire un’idratazione regolare durante l’intera giornata». E poi, l’importanza della qualità degli ambienti di lavoro, anche al chiuso. Resta fondamentale garantire una ventilazione adeguata nei magazzini o impianti di climatizzazione per tutelare i lavoratori anche in ambienti chiusi, dove l’aria può diventare irrespirabile nelle giornate più calde. Perché, la sicurezza sul lavoro non può fermarsi con l’arrivo dell’estate, anzi, è proprio in questi mesi che va rafforzata e adattata, con un approccio che tenga conto della specificità di ogni attività, dell’evoluzione climatica e del benessere reale delle persone.