Sanitaservice, i “pulitori” seduti dietro il pc. E i laureati lamentano: «Le procedure ci penalizzano»

Professione “pulitore”, di fatto magazziniere, autista, addetto alle cartelle mediche o al Cup. È la figura tipo dell’assunto in Sanitaservice con una specifica mansione, ma trasferito nell’arco di un anno e mezzo ad altro incarico. Con buona pace delle decine di giovani laureati che ora denunciano un’anomalia nella gestione dei concorsi.

Si apre un nuovo fronte di indagine nell’arduo compito del Nirs, il Nucleo ispettivo regionale per la salute, istituito dal Governatore Michele Emiliano e guidato dall’avvocato Antonio La Scala.

Gli 007 della salute negli ultimi 15 giorni hanno condotto ispezioni a Molfetta, Monopoli, Ostuni, San Severo, Manfredonia e all’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari, per rilevare la situazione dei dipendenti di Sanitaservice: e cioè quanti ne sono in servizio, a che titolo sono lì e se sono addetti alle mansioni per cui sono stati assunti.

E gli esiti hanno più o meno lo stesso carattere: solo una parte minima degli assunti come “pulitori”, con i contratti del 2011, 2014 e 2017, è destinato alla pulizia di reparti e servizi. A riscontro, ci sarebbero anche le carenze igienico-sanitarie accertate in alcuni nosocomi dove, ad esempio, i servizi igienici vengono lavati solo una volta al giorno, alle 8 del mattino, poi più nulla.

Interrogati dagli ispettori, i dipendenti hanno ammesso di fare “un po’ di tutto” e i controlli hanno accertato che, sulla base di indicazioni ricevute dai datori di lavoro, sono veri e propri jolly: magazzinieri, responsabili dei servizi amministrativi o dell’ufficio cartelle cliniche. In alternativa, al deposito farmaceutico o alla farmacia ospedaliera. E c’è anche il caso di “pulitrici” elegantissime trovate in ufficio, dietro il pc.

È di qualche settimana fa la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Taranto per un dipendente della Sanitaservice jonica, che avrebbe rubato farmaci e rivenduti a terzi. In sostanza, una gestione del personale, utilizzato in maniera impropria che, di contro, sta generando un’onda di malumore da parte di decine di giovani che, dopo aver conseguito la laurea, non se la sono sentita di partecipare al concorso per pulitore sperando in una mansione diversa. Ma che oggi lamentano quella che è una distorsione del sistema.

In decine di mail, telefonate, messaggi e colloqui di persona, sostengono che se avessero saputo che bastava fare il pulitore per un anno e mezzo per poi essere addetti a mansioni amministrative, avrebbero sicuramente partecipato ai concorsi.

Ma non solo. Gli ispettori del Nirs hanno scoperto anche che alcuni dei “pulitori” addetti ad alti incarichi hanno fatto ricorso al giudice del lavoro per il riconoscimento di mansioni superiori. Giudice che ha dato loro ragione, condannando Sanitaservice, e dunque la Asl (visto che è società in house providing), a pagare la differenza spettante per le reali mansioni svolte. A nulla, quindi, sarebbe servito risparmiare sulle assunzioni di altre figure specialistiche, utilizzando invece sempre i soliti, poveri, pulitori.

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