Quella di padre Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, non è una battaglia sanfedista, ma una eco alle parole di Michele Emiliano che dal pulpito della conferenza delle Regioni aveva tuonato contro l’iniquità del riparto dei fondi del sistema sanitario. Che il legame spirituale tra Roma e San Giovanni Rotondo fosse forte e presente, per ovvi motivi legati alla figura del Frate con le Stimmate, quello sanitario si fa anche più stretto, visto che padre Moscone non usa il cloroformio per addormentare le sue parole, entrando a piedi uniti nel dibattito sulla sanità nazionale.
«Ho trovato scorretto come calcolo e ingiusto per i diritti delle persone il sistema del “tetto di spesa extraregionale”! Casa Sollievo ha già coperto questo ammontare da ottobre, per cui è costretta o a rimandare indietro pazienti non anagraficamente pugliesi o ad assisterli senza copertura di spesa», ha predicato l’arcivescovo che ha evidenziato «Si tratta di un sistema iniquo. È iniquo perché danneggia la gente del Sud che potrebbe e vorrebbe trovare in loco strutture sanitarie qualificate per le loro necessità e sono costrette a trasferte al Nord Italia. È iniquo perché favorisce la sanità del Nord Italia, specie quella privata, allargando sempre più la forbice tra le due Italia: il Nord ed il Mezzogiorno».
La Puglia, secondo Agenas, l’agenzia nazionale sanitaria, nel 2021 con oltre 87 milioni di euro di spesa è tra le 14 Regioni che hanno saldi negativi per la mobilità passiva. «Lasciatemelo scrivere: sa molto di favoritismo alle Regioni del Nord penalizzando fortemente gli ospedali privati accreditati nel sistema pubblico e che svolgono un ruolo fondamentale nel servizio sanitario nazionale per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini», sottolinea padre Moscone nel suo intervento sullo stato della sanità italiana.
«Che dire? Come presidente di un’opera ospedaliera riconosciuta a livello internazionale, e soprattutto come vescovo di un territorio disagiato e per lo più dimenticato o attenzionato dallo Stato, non posso tacere e devo denunciare un sistema così costruito».