«La tenuta del servizio sanitario nazionale è fortemente a rischio con l’autonomia differenziata». È quanto denuncia Paola Bruno, segretaria generale della Uil Fpl Puglia Bari-Bat.
Quello sanitario, evidenzia la sindacalista, è «un sistema già sotto-finanziamento, che dovrebbe essere pubblico, equo e universalistico contando però su una spesa sanitaria tra le più basse d’Europa. In questo quadro generale – spiega – la Puglia si inserisce con una serie di criticità che non possono che peggiorare».
Dal monitoraggio dei livelli essenziali secondo il nuovo sistema di garanzia fatto dalla fondazione Gimbe, la Puglia «è all’ultimo posto tra le regioni adempienti, con una mobilità passiva costata ai pugliesi oltre 2 miliardi di euro in 11 anni e una carenza del personale infermieristico in Puglia, netta, a fronte di una media Ocse di 9,9 infermieri ogni mille abitanti quella pugliese è di appena 4,61», prosegue Bruno.
Il rapporto tra spesa sanitaria e Pil in Italia, aggiunge la sindacalista, «è nettamente inferiore alla media Ue a 27 che è pari al 9,3% contro una previsione per il 2024 italiana del 6,4%».
Per Bruno «la situazione di generale debolezza del Sistema sanitario nazionale non sarà aiutata da una autonomia che minerà la centralità dello Stato e la garanzia di pari servizi su tutto il territorio nazionale. Già oggi – sottolinea – la spesa pro-capite per la sanità in Puglia è ampiamente al di sotto della media nazionale: 1978 euro contro i 2.140 dell’Italia. L’autonomia in questo contesto spaccherà ancora di più il Paese con nefaste conseguenze per la Puglia», conclude la sindacalista.