La Puglia è una delle tre regioni canaglia nel settore della sanità. Lo certifica la relazione sullo stato sanitario del Paese a firma del Ministero per la salute. Una sorta di pagella sulla gestione del settore che evidenzia un quadro a dir poco da brividi per il sistema sanitario pugliese.
Nel documento, in particolare, vengono messe a confronto le sette regioni che sono attualmente sottoposto a piano di rientro, un vero e proprio commissariamento statale sui conti e sulle attività poste in essere.
I risultati della stretta statale, tuttavia, sono molto diversificati fra le regioni che si avviano al ravvedimento operoso da quelle che, al contrario, continuano a sprofondare nel baratro. Il disavanzo complessivo, in particolare, è migliorato nel corso degli anni passando da 141,585 milioni di euro nel 2017 a circa 89,821 milioni di euro nel 2020.
Nel dettaglio: le Regioni Lazio e Campania, per le quali è stato approvato il passaggio dalla gestione commissariale alla gestione ordinaria, evidenziano in generale un andamento positivo e in continuo miglioramento. Le Regioni Abruzzo e Sicilia mostrano un trend pressoché costante e presentano negli ultimi anni una gestione economico-sanitaria in equilibrio o in avanzo. Di contro Puglia, Molise e Calabria continuano a registrare buchi importanti. La sintesi economica, si legge nella pagella del Ministero, fa emergere una vera e propria carenza gestionale.
I dati pugliesi, infatti, registrano un disavanzo di ben 239 milioni di euro. E se è vero che parte dello splafonamento è dovuto all’emergenza Covid, vero è anche che in queste cosiddette regioni “canaglia” lo tsunami della pandemia ha creato veri e propri sconquassi. Non a caso in questa fase sono emerse carenze gestionali ed organizzative, difficoltà di controllare e tenere la spesa sotto controllo, ma soprattutto di garantire ai cittadini l’efficace e regolare erogazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza.
Un quadro molto preoccupante, insomma, che ha registrato oltre 250 milioni di euro di splafonamento nella spesa per i farmaci, circa 87 milioni di saldo negativo per la mobilità passiva, i cosiddetti viaggi della speranza, con uno spaventoso arretrato accumulato per le liste d’attesa con ritardi fino a due anni per esami e visite specialistiche. Di qui l’esigenza di correre ai ripari con il nuovo piano operativo che la Puglia dovrà presentare al governo per rimettersi in riga. Un’occasione, purtroppo, che comporterà tagli alla spesa e all’erogazione di servizi.