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San Raffaele a Ceglie, la Fondazione apre all’addio ma è guerra sui soldi alla Regione

La Fondazione San Raffaele è disposta a cedere il servizio sanitario gestito in proroga da 24 anni al centro di riabilitazione per neurolesi di Ceglie Messapica. La clamorosa novità è emersa ieri nel corso di un vertice riservato tenuto in presidenza regionale alla presenza del governatore pugliese, Michele Emiliano, dei vertici della Asl di Brindisi…

La Fondazione San Raffaele è disposta a cedere il servizio sanitario gestito in proroga da 24 anni al centro di riabilitazione per neurolesi di Ceglie Messapica. La clamorosa novità è emersa ieri nel corso di un vertice riservato tenuto in presidenza regionale alla presenza del governatore pugliese, Michele Emiliano, dei vertici della Asl di Brindisi e dell’amministratore unico del San Raffaele, Sergio Pasquantonio, accompagnato da uno staff di avvocati. Alla riunione c’erano anche i vertici dell’assessorato alla Salute, in primis il direttore del dipartimento, Vito Montanaro.

Il vertice

Al centro della discussione la cessione all’Asl di Brindisi del servizio di riabilitazione per pazienti neurologici gravi, come stabilito di recente da una legge regionale, e la rinuncia alla battaglia giudiziaria pendente dinanzi al Tar Puglia da parte del gestore privato per il trasferimento sotto controllo pubblico delle attività sanitarie e del personale operante nella struttura brindisina. Per la prima volta la fondazione milanese ha aperto all’ipotesi di cedere il servizio in convenzionamento con l’Asl, ma a condizione di compensare in parte o in toto o rideterminare le partite economiche in sospeso con la sanità regionale. Un “bubbone” non da poco, finito sotto la lente della magistratura, riguardante i rimborsi extra tetto ricevuti negli anni per le prestazioni ai malati e il fitto dello stabile occupato dal centro sanitario pari a circa un milione di euro l’anno. Soldi che tecnicamente la Regione Puglia dovrebbe recuperare, ma che il San Raffaele vorrebbe in qualche modo “alleggerire”. Di qui il disaccordo sul percorso giuridico da seguire per perfezionare il futuro passaggio di consegne. Il San Raffaele ha proposto un “atto di concordanza” in luogo di una vera e propria transazione suggerita dall’assessorato alla Salute. La riunione è stata aggiornata con l’impegno da parte del privato di inviare una proposta all’Asl di Brindisi. Il tutto alla vigilia dell’udienza dinanzi al Tar, in programma il 18 settembre, nella quale i giudici esamineranno i ricorsi della Fondazione contro “l’esproprio” del servizio stabilito per legge regionale.

La querelle

Sullo sfondo la questione delle tre o forse quattro morti sospette, di altrettanti pazienti nel giro di dieci giorni segnalati la scorsa settimana dal consigliere regionale Fabiano Amati, da mesi impegnato in una dura battaglia per internalizzare il servizio di riabilitazione del San Raffaele. Il centro ha smentito Amati e lo ha controdenunciato pe violazione della privacy dei pazienti. Sui decessi, invece, la Asl di Brindisi ha inviato una dettagliata relazione all’assessorato alla Salute tutt’ora secretata.

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