C’è anche un team di ricercatori baresi, coordinati dal professor Loreto Gesualdo, tra coloro che hanno condotto un importante studio, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, che ha portato a una scoperta rivoluzionaria nel campo delle malattie renali glomerulari.
Allo studio – realizzato da un team di ricercatori di Amburgo, Parigi e Roma – hanno contribuito la professoressa Paola Pontrelli e la dottoressa Adele Mitrotti, collaboratrici del professor Gesualdo.
Lo studio, che vede come primo nome la dottoressa Felicitas Hengel ed è promosso dal gruppo di ricerca del professor Tobias Huber di Amburgo, ha coinvolto 539 pazienti, adulti e pediatrici, confrontati con 117 controlli.
I risultati hanno rivelato la presenza significativa di anticorpi antinefrina in pazienti con malattia a lesioni minime e sindrome nefrosica idiopatica, sottolineando il loro ruolo come marcatori cruciali dell’attività della malattia.
Le podocitopatie sono un gruppo di malattie renali caratterizzate da un danno o disfunzione dei podociti (cellule che quando sono in salute somigliano al polpo di mare arricciato), cellule altamente specializzate presenti nei glomeruli dei reni. I glomeruli sono le unità di filtrazione dei reni che producono la pre-urina, e i podociti giocano un ruolo cruciale nella filtrazione del sangue, mantenendo la barriera di filtrazione glomerulare e prevenendo la perdita di proteine nelle urine.
Sono stati condotti studi sperimentali su topi, dimostrando che l’immunizzazione con nefrina murina ricombinante ha indotto una sindrome nefrosica e gravi cambiamenti citoscheletrici del podocita, confermando il legame tra anticorpi antinefrina e disfunzione podocitaria.
«I risultati rappresentano un passo avanti significativo nella comprensione e nel trattamento delle podocitopatie», sottolinea il professor Loreto Gesualdo, aprendo nuove prospettive per migliorare la gestione e la diagnosi di queste patologie complesse.