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Rsa, stangata sui pazienti: impennata per le rette in Puglia

Stangata in arrivo sui pazienti ospitati nelle Rsa pugliesi: la quota di compartecipazione per la retta giornaliera sale dal 30 al 50% per i nuovi arrivi di pazienti dal primo ottobre in poi. Lo prevede una delibera regionale che innesta a sorpresa la retromarcia rispetto al provvedimento con cui sono state aumentate le tariffe relative…

Stangata in arrivo sui pazienti ospitati nelle Rsa pugliesi: la quota di compartecipazione per la retta giornaliera sale dal 30 al 50% per i nuovi arrivi di pazienti dal primo ottobre in poi. Lo prevede una delibera regionale che innesta a sorpresa la retromarcia rispetto al provvedimento con cui sono state aumentate le tariffe relative alle prestazioni residenziali, semiresidenziali, ambulatoriali, domiciliari in favore di soggetti non autosufficienti, disabili, persone con disturbi mentali e dello spettro autistico, affette da dipendenze patologiche, soggetti in età evolutiva, malati terminali o detenuti con disturbi psichiatrici.

In particolare nelle Rsa per soggetti non autosufficienti si applicherà la stessa quota di rimborso giornaliero applicata agli anziani di circa 100 euro di cui la metà a carico dei pazienti. Così come per le Rsa ex R.R. n. 3/2005 fermo restando l’aumento alle strutture accreditate con le Asl si adotterà una compartecipazione della metà a carico dei nuovi assistiti che faranno il loro ingresso nelle strutture dopo il primo ottobre 2022.

Un’assurdità se si pensa che i pazienti già presenti nelle strutture continueranno a pagare solo il 30% della retta, mentre i nuovi ospiti passeranno al nuovo regime con un incremento secco del 20%, quasi 20 euro al giorno. Per i centri diurni, invece, la tariffa sarà di 81 euro con un quota di compartecipazione anche qui della metà a carico degli ospiti.

Ancora, nelle Rsa per disabili la retta resta invariata con il 70% del costo a carico della sanità pugliese e la restante parte in capo alle famiglie. Stesso dicasi per i centri diurni per disabili con una tariffa ritoccata che sarà di 77 euro e suddivisione delle spese 70% pubblico e 30% privato.

Nella delibera, inoltre, si specifica che i centri sanitari in attesa di autorizzazione all’esercizio nel caso in cui non venga confermato il permesso in stand by dovranno restituire le somme ricevute.

Quanto all’impatto finanziario dell’aumento delle tariffe nei confronti dei centri sanitari accreditati la regione Puglia conteggia una quota annua di circa 125 milioni di euro (la spesa storica) ed un impatto degli aumenti che s’attesta sui 7,5 milioni di euro a trimestre, in particolare da ottobre a dicembre 2022. Successivamente verrà valutata l’incidenza delle nuove tariffe, ma non è esclusa una levata di scudi da parte delle associazioni dei malati e dei consumatori contro ma non è esclusa una levata di scudi da parte delle associazioni dei malati e dei consumatori contro gli aumenti determinati dalla correzione della precedente delibera del 20 settembre scorso. In una fase così delicata e drammatica di crisi economica l’ultima delle opzioni per un’amministrazione pubblica è quella di rivalersi sulle persone fragili già costrette a subire tutte le difficoltà quotidiane causate da sofferenze fisiche e psichiche.

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