Decine di lavoratori della sanità si sono ritrovati, stamattina, sul lungomare Nazario Sauro di Bari, davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia, per partecipare al presidio organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind, Nursing up e Intersindacale medici in difesa del sistema sanitario pubblico.
Bandiere, striscioni e fischietti, che scandiscono slogan come “Sanità di qualità se Emiliano se ne va”.
Il dito è puntato contro numerose questioni, che i sindacati definiscono “irrisolte”.
Tra queste, lamentano le organizzazioni sindacali, il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, il piano straordinario delle assunzioni in sanità e la riorganizzazione del sistema sanitario regionale.
«Oggi siamo in piazza per anticipare la mobilitazione nazionale, che hanno voluto tutti i sindacati della dirigenza medica per il problema delle liste di attesa e per la deriva privatista della sanità. Ma siamo qui anche per protestare contro la Regione Puglia, perché il confronto c’è molto raramente e senza efficacia reale», ha detto il segretario di Cisl medici Puglia, Enzo Piccialli, a margine della manifestazione. In piazza, secondo gli organizzatori, si sono concentrate più di 500 persone, fra operatori sanitari e pazienti.
«Protestiamo anche contro gli sprechi. In Puglia il più macroscopico – ha aggiunto – riguarda l’ospedale e l’hub vaccinale in Fiera». Piccialli ha evidenziato che le strutture per l’emergenza Covid realizzate in Fiera del Levante «dopo esserci costate 30 milioni di euro, pesano ancora tutti i mesi per l’affitto. Noi siamo – ha detto – sempre per il confronto, ma deve essere vero e tangibile, le chiacchiere non ci interessano perché danneggiano sia gli operatori sanitari sia i pazienti. Questa sanità non piace neanche ai medici».
Piccialli ha inoltre ricordato che «l’ultimo confronto con la Regione Puglia risale a qualche giorno fa. Dopo un’ora di attesa nessuno si è presentato o si è degnato di spiegarci perché la riunione sia stata rimandata».
Per il segretario generale della Fp Cgil Puglia «in questo momento non siamo in grado di garantire il diritto alla salute, anche nella Regione Puglia. Negli ultimi dieci anni – ha spiegato – c’è stato un percorso di destrutturazione del sistema sanitario nazionale pubblico che mina l’accesso e l’equità delle cure, causato anche dal definanziamento del fondo sanitario nazionale». A Bari la protesta è anche nei confronti della Regione Puglia, che «in conseguenza di queste scelte di portata nazionale – ha spiegato Ficco – ha messo in piedi la delibera 412 con la quale ha bloccato le assunzioni in Sanitaservice e ha vincolato le assunzioni del pubblico».
Adesso, ha proseguito, «non ci sono risorse per definire tariffe per le prestazioni aggiuntive che servono ad abbattere le liste di attesa e per garantire il premio Covid ai dipendenti di Sanitaservice, agli autisti del 118 e ai medici specializzandi, tutte cose sancite in un accordo che risale a maggio 2020. Vorremmo – ha concluso – che sulle tematiche nazionali la Regione fosse al nostro fianco, anche rispetto al progetto di autonomia differenziata che porterebbe ad aumentare le disuguaglianze già esistenti. Inoltre chiediamo un calendario di incontri monotematici con la Regione per risolvere i problemi».
Il diritto alla salute, ha aggiunto Aldo Gemma della Cisl Fp Puglia, «è un principio fondante della Costituzione italiana, è seriamente a rischio. È in atto, da tempo, un processo di destrutturazione del Servizio sanitario pubblico che, di fatto, ha minato la sostenibilità, l’equità e l’accesso alle cure, rendendo marginale rispetto alle politiche nazionali un bene inalienabile come la salute dei cittadini. Ma oltre a finanziamenti adeguati, non possiamo immaginare una sanità senza una seria riforma che affronti sia l’emergenza ospedaliera che territoriale affermano i sindacati. La crisi degli ospedali non si esaurisce nei Pronto soccorso, unica alternativa alle infinite liste di attesa, sovraffollati di pazienti ma sostenuti da pochi medici e professionisti sanitari allo stremo delle forze. E quella del territorio si manifesta con aree geografiche estese prive di medici di riferimento e di sostegno sociale per pazienti con malattie croniche, spesso non autosufficienti, invalidanti. Queste emergenze, tuttavia, non compaiono tra gli interventi prioritari dell’agenda politica».
«Protestiamo contro la grave carenza del personale che si sta acuendo fra i medici di medicina generale, perché chi va in pensione non viene sostituito per garantire l’assistenza ai cittadini. Molti pugliesi si troveranno senza medico di base», ha detto Paola Bruno, segretaria di Uil Fpl Puglia Bari-Bat, a margine della manifestazione regionale indetta da diverse sigle sindacali in difesa del sistema sanitario pubblico, organizzata questa mattina a BARI davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia. «A questo – ha spiegato – si aggiunge il premio Covid che non è stato ancora pagato a parte del personale impiegato nell’emergenza. Persone che sono state definire eroi sono state dimenticate».
Bruno ha inoltre evidenziato che «siamo molto preoccupati per le risorse che il Pnrr prevede per la Puglia, come la costruzione di ospedali territoriali e della nuova centrale del 118, progetti che si potranno attuare solo se ci sarà un piano straordinario di assunzioni. I pugliesi – ha precisato – hanno diritto a una sanità pubblica, mentre ci si sta spingendo sempre di più verso i privati. Occorre equilibrio per chi non può permettersi di pagare di propria tasca le prestazioni, come prevede la Costituzione». Bruno ha spiegato che «oggi proveremo a incontrare il governatore Emiliano, diremo che questa deve essere una battaglia dei sindacati, della politica e dei cittadini».