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Parte da Bari la protesta dei medici a tutela della sanità pubblica: «No ai tagli all’assistenza»

«Mi rivolgo direttamente all'assessore alla Sanità Rocco Palese: noi non ci stiamo, non si possono tagliare i fondi del territorio, non possono chiudere i piccoli ospedali. Abbiamo più volte denunciato la situazione disastrosa della sanità in Puglia, chiediamo a chi può fare scelte politiche di mettere al centro la salute e la dignità delle persone,…

«Mi rivolgo direttamente all’assessore alla Sanità Rocco Palese: noi non ci stiamo, non si possono tagliare i fondi del territorio, non possono chiudere i piccoli ospedali. Abbiamo più volte denunciato la situazione disastrosa della sanità in Puglia, chiediamo a chi può fare scelte politiche di mettere al centro la salute e la dignità delle persone, non gli interessi delle lobby che lucrano sulla pelle dei cittadini». Così il segretario della Cgil Puglia, Pino, durante la manifestazione “Da niente sarà come prima a peggio di prima”, organizzata da Spi e Cgil in difesa della sanità pubblica.

I medici sono scesi oggi in piazza a Bari per chiedere maggiori tutele.

Alla manifestazione, indetta dai sindacati, partecipano anche gli ordini dei medici.

Gesmundo ha commentato anche il disavanzo regionale relativo alla spesa sanitaria, che ammonta a circa 425 milioni di euro: «Ma le istituzioni regionali hanno deciso di razionalizzare i costi» afferma. «Questo significa – aggiunge – liste d’attesa più lunghe, meno prestazioni mediche, minore assistenza territoriale e domiciliare».

Per Gesmundo «la sanità territoriale serve per evitare la obbrobriosa condizione dei pronto soccorso, in cui si verificano periodicamente conflitti tra utenti che pretendono una prestazione dignitosa e operatori sanitari che vivono l’enorme disagio di turni massacranti e sottopagati».

Il segretario regionale della Cgil Puglia, analizzando la situazione a livello nazionale, ha sottolineato che «c’è un buco di cinque miliardi di euro nelle risorse del fondo sanitario nazionale, ma la stima potrebbe essere al ribasso. Il governo però di miliardi ne ha messi solamente due. Ci troveremo ad avere risorse insufficienti per la sanità rispetto agli anni pre-Covid: è inaccettabile. Eravamo d’accordo che ne saremmo usciti migliori, ma ne siamo usciti peggiori. Ora tocca a noi, Cgil e altri sindacati, mobilitarci per mettere fine a questo scempio». Gesmundo si è infine rivolto alle istituzioni, anche locali: «All’assessore Palese, ai sindaci, a tutti gli amministratori locali dico: facciamo insieme questa battaglia, mettiamo da parte gli interessi di parte, non pieghiamoci alle lobby. Respingiamo l’autonomia differenziata».

Alla manifestazione è intervenuto anche Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi-Cgil nazionale che ha evidenziato come «la progressiva privatizzazione della sanità» sia «un’ingiustizia sociale che spezza le reni all’unità del Paese e va combattuta radicalmente. “Alla sanità servirebbero almeno 10 miliardi in più, e chi dice che i soldi non ci sono mente. Basterebbe – ha proseguito il sindacalista – fare qualche condono in meno e beccare qualche evasore in più. Mi rivolgo anche alla politica: la sanità torni ai sindaci, agli amministratori, non la si lasci agli imprenditori e a logiche aziendali che non mettono al centro la salute dei cittadini. Questa di Bari è solo la prima di 20 manifestazioni in tutta Italia, e non escludiamo una grande iniziativa nazionale».

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