Solo a Bari, l’emergenza Covid è costata 34 milioni di euro in termini di mancate entrate e maggiori costi sopportati. A Taranto, invece, 12,1 milioni di euro.
Risorse che sono state compensate dal Governo attraverso lo strumento del cosiddetto “fondone” e sulle quali la Ragioneria generale dello Stato sta tirando le somme per vedere chi ha avuto più del dovuto e deve quindi restituire le risorse eccedenti, e chi invece è a credito e riceverà ulteriori rimborsi.
Stando a un’elaborazione di Centro studi enti locali che riguarda i comuni italiani con più di 150mila abitanti e basata su dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, Bari ha registrato un passivo di 33,8 milioni (107 euro pro capite) mentre Taranto di 12,1 milioni (64 euro pro capite).
Ma quali sono le voci prese in considerazione per calcolare il “costo del Covid” per ogni comune? Le principali voci prese in considerazione nelle certificazioni inviate da ogni ente al Mef riguardano, sul fronte costi, l’acquisto dei dispositivi per assicurare il distanziamento sociale, la sanificazione degli ambienti e le spese legate alle corse aggiuntive nel servizio di trasporto urbano ed extra-urbano per garantire la riapertura delle scuole.
Quanto alle mancate entrate, si è tenuto conto dei minori introiti derivanti dalle restrizioni anti-pandemiche di tributi come l’Imu, l’imposta di soggiorno o la tassa per l’occupazione del suolo pubblico.