Un algoritmo di intelligenza artificiale estrae informazioni da vetrini istologici digitalizzati, ricavandone poi biomarker di immagine capaci di predire il rischio di ricorrenza nei pazienti con melanoma cutaneo, fra i più comuni tumori della pelle.
È lo studio condotto dalla dottoressa Maria Colomba Comes, matematica e ricercatrice del laboratorio di biostatistica e bioinformatica dell’istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, premiato a Genova nel corso dell’ottavo meeting annuale di Alleanza contro il cancro, la più grande rete di ricerca oncologica italiana.
«Lo studio si avvale degli strumenti della digital pathology e, in particolare, di vetrini digitalizzati e scansionati da microscopi digitali, da cui è possibile acquisire informazioni che l’occhio umano non legge», spiega la dottoressa Comes. Queste informazioni, aggiunge, «sono interpretate da un algoritmo di intelligenza artificiale che fornisce poi indicazioni sull’evoluzione della malattia». Tutto ciò sarà d’aiuto al medico oncologo che potrà sapere in anticipo se la malattia porterà o meno a recidive. Acquisita questa informazione, il medico potrà orientare le sue scelte cliniche, scegliendo la terapia e i trattamenti più adatti, meno invasivi e più efficaci per ogni singolo paziente.
Allo studio di Comes ha collaborato il personale dell’unità operativa di tumori rari e melanoma, diretta dal dottor Michele Guida, e il personale dell’unità operativa di anatomia patologica, diretta dal dottor Alfredo Zito, con i dottori Livia Fucci e Fabio Mele.
Il filone di ricerca dell’intelligenza artificiale applicata alla digital pathology, sottolinea la direttrice scientifica facente funzioni dell’Istituto e direttrice del laboratorio di biostatistica e bioinformatica dell’istituto, Raffaella Massafra, è un aspetto «a cui teniamo molto e che ci ha già portato altri lusinghieri risultati». I ricercatori sono «già al lavoro per replicare i metodi di calcolo sperimentati per il melanoma ad altri tipi di tumore, primo fra tutti il tumore della mammella».
L’obiettivo dell’istituto, dice il direttore generale Alessandro Delle Donne, «è sostenere la ricerca e il lavoro silenzioso di questi validissimi ricercatori con ogni mezzo: accedendo ai bandi e ai finanziamenti nazionali e internazionali, costruendo reti e collaborazioni con altri centri di ricerca, creando opportunità di formazione, scambio e crescita per i ricercatori. Solo per la ricerca, questo Istituto ha intercettato quasi 8 milioni di finanziamenti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza».
Per Gero Grassi, presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell’Istituto, «i risultati ottenuti dai giovani ricercatori dell’oncologico sono la dimostrazione di un impegno di organizzazione e gestione che mette al centro la cura del paziente».