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L’appello di Pagliaro: «Basta rinvii per il centro di ricovero per Dca a Lecce» – VIDEO

«In Puglia non c’è ancora una struttura residenziale pubblica, nonostante sia stata prevista e finanziata nell’ex ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove un’equipe specializzata opera già dal 1998 con grandissima competenza e umanità». Lo afferma il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, che stamattina ha effettuato un sopralluogo nel centro per persone…

«In Puglia non c’è ancora una struttura residenziale pubblica, nonostante sia stata prevista e finanziata nell’ex ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove un’equipe specializzata opera già dal 1998 con grandissima competenza e umanità». Lo afferma il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, che stamattina ha effettuato un sopralluogo nel centro per persone affette da disturbi del comportamento alimentare (Dca) che si trova nel capoluogo salentino.

Pagliaro ha avuto modo di ascoltare le «testimonianze toccanti dei genitori e degli stessi ragazzi che sono in cura. Le famiglie – spiega – affrontano enormi disagi e sofferenze: alla lotta contro anoressia, bulimia ed altri disturbi gravi si aggiunge il peso di dover andare fuori regione, in cerca di strutture residenziali».

Tutto questo, evidenzia il consigliere regionale, «ha un prezzo altissimo, anche per le casse della sanità pugliese, che paga dai 250 ai 350 euro al giorno per ciascun paziente ricoverato fuori regione. Molti genitori arrivano ogni giorno a Lecce anche dalla Basilicata, dal Tarantino e dal Barese, e sono costretti ad alloggiare a proprie spese per stare vicino ai figli», aggiunge.

Emerge, dunque, «la necessità di potenziare questo centro di eccellenza unico in Puglia, anzi non solo in Puglia, anche per limitare la mobilità passiva. Attualmente – spiega – esiste l’attività ambulatoriale e il day service, ma servirebbero interventi immediati: più personale, visto che c’è una sola infermiera, arredi più idonei, sedie più confortevoli, riparare il muro del giardino che sta crollando. Si riesce ad operare grazie ai volontari delle associazioni e soprattutto grazie ai familiari e alle associazioni dei familiari», sottolinea.

All’interno del centro, poi, «esiste una sezione staccata del Galilei di Lecce con tre docenti, che permette ai ragazzi di proseguire gli studi, sono stati attivati vari laboratori creativi, si tenta di incentivare l’ospedalizzazione in casa con le tecniche di terapia familiare. Ma per i casi più gravi si rende necessario il ricovero, e spesso questi trattamenti durano mesi».

Già due anni fa Pagliaro ha avviato una «battaglia con richieste di audizione, interrogazioni e mozioni» che portarono l’ex assessore alla sanità Lopalco e l’attuale Palese a impegnarsi per l’istituzione di un centro di ricovero. «A giugno 2022 – ricorda Pagliaro – il direttore generale dell’Asl di Lecce annunciò l’avvio delle assunzioni di specialisti, infermieri, oss ed educatori dell’equipe medica, previste nel Piano triennale di fabbisogno del personale approvato dalla Regione Puglia. E con delibera Ispe dell’8 agosto scorso sono stati stanziati circa 4 milioni e mezzo per tre anni, per un totale di oltre 13,5 milioni dal 2023 al 2025. Ma pare che sia stata superata dal blocco imposto dalla Giunta regionale. Serve dunque la volontà politica di uscire da questo stallo», sottolinea il capogruppo de La Puglia domani.

Al primo piano sono stati eseguiti lavori conclusi ormai da 10 anni. «Tutto è pronto ma fermo a causa della mancanza di ascensori, scale di sicurezza e problemi di infiltrazioni al soffitto, ed altre criticità non previste a suo tempo. Ma di chi è la responsabilità? Per rimediare e rendere agibile il reparto è stato redatto un progetto da un milione di euro, che ci sembra per la verità eccessivo, e che ci verrà consegnato in commissione Sanità, nell’audizione convocata dal presidente Vizzino su mia richiesta».

Pagliaro auspica chiarimenti «sugli ostacoli che rallentano l’attivazione di questo centro di ricovero e soluzioni rapide per superarli» annunciando l’intenzione di portare in commissione «anche i rappresentanti delle associazioni dei familiari di questi ragazzi, che non possono essere lasciati soli a fronteggiare questo dramma».

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