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Laboratori analisi, in Puglia quasi duecento rischiano la chiusura: 2mila lavoratori sulla graticola

È scattata da fine dicembre la tagliola per i laboratori d’analisi privati pugliesi non adeguati alla normativa nazionale e al tetto per restare aperti delle 200mila prestazioni annue. Una riforma in rampa di lancio da 16 anni in Puglia che il consiglio regionale ha provato ad aggirare con una legge regionale bocciata dalla Corte Costituzionale.…

È scattata da fine dicembre la tagliola per i laboratori d’analisi privati pugliesi non adeguati alla normativa nazionale e al tetto per restare aperti delle 200mila prestazioni annue.

Una riforma in rampa di lancio da 16 anni in Puglia che il consiglio regionale ha provato ad aggirare con una legge regionale bocciata dalla Corte Costituzionale. Adesso, la regione ha deciso di non fare più sconti come recita la delibera che obbliga le Asl pugliesi a sospendere i convenzionamenti.

Circa 2000 i posti di lavoro sulla graticola. Su 231 laboratori esistenti, infatti, solo 39 hanno le carte in regola, mentre 25 strutture si fermano fra 150 e 200mila prestazioni. Il resto, in tutto 192 laboratori, saranno costretti a chiudere o ad aggregarsi ai laboratori in grado di raggiungere l’asticella o, in alternativa, trasformarsi in centri prelievo. Tuttavia la delibera potrebbe essere ritirata nei prossimi giorni per approfittare di quella che rappresenta l’ulteriore proroga prima dell’entrata a regime dell’obbligo previsto da una direttiva europea e finalizzato a garantire maggiore sicurezza ad analisi ed esami diagnostici.

La ciambella di salvataggio è contenuta nel decreto milleproroghe che offre la possibilità alle regioni di concedere altri 12 mesi ai laboratori per adeguarsi. Da qui l’intervento del presidente della commissione regionale sanità, Mauro Vizzino, e del consigliere regionale Cinque Stelle Marco Galante, entrambi inseriti nella sottocommissione regionale che spingono per il blocco della delibera.

«L’approvazione della delibera di Giunta dello scorso 28 dicembre sulla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi accreditati, con cui si obbligano i laboratori ad aderire al modello B entro il 31 dicembre 2023 non tiene conto dell’emendamento nel decreto Milleproroghe che ha disposto la proroga al 31 dicembre 2024 per la riorganizzazione – spiegano Vizzino e Galante – Dopo aver appreso della comunicazione arrivata alle Asl e alle organizzazioni di categoria, abbiamo immediatamente chiesto spiegazioni all’assessore Palese che ci ha rassicurati sul fatto che la delibera sarà ritirata proprio in ragione della proroga approvata a livello nazionale».

La battaglia dei due, insomma, va avanti, ma assomiglia sempre di più a quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento visto che a fine 2024 si tornerà allo stesso punto in cui siamo oggi, ovvero per restare aperti i laboratori esistenti devono raggiungere le 200 mila prestazioni annue o, in alternativa, aderire a centri Hub o trasformarsi in punti prelievo.

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