La salute mentale fuori dal Pnrr e nelle scuole poca educazione: i dati della Fondazione Gimbe

La denuncia è stata da tempo inviata sui tavoli ministeriali: nel Pnrr si parla poco di salute mentale, meno ancora di educazione alla salute mentale nelle scuole italiane. La Salute mentale è praticamente scomparsa dai radar del Pnrr, tanto da non essere neppure menzionata pur riservando un fondo da quasi 15 miliardi di euro destinati alla sanità, per interventi, soprattutto strutturali, finalizzata alla creazione di Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali e telemedicina, innovazione tecnologica e digitalizzazione del Sistema sanitario nazionale. Eppure la salute mentale degli italiani è stata “travolta” prima dalla crisi pandemica e dopo dalla crisi economica e dalla necessità di fare fronte a nuove emergenze sociali ed economiche di tante famiglie italiane che hanno portato a un aumento di patologie psichiatriche gravi (con un incremento del 30 per cento negli adolescenti di disregolazione emotivo-affettiva, autolesionismo, violenza, uso di sostanze, depressione, e un picco del 70 per cento di disturbi del comportamento alimentare nei minori).

La salute mentale non è scomparsa solo dal Pnrr, secondo uno recente studio diffuso da Gimbe è sparita anche dai banchi di scuola, visto che solo 3 su 5, pari al 61,9 per cento, delle scuole italiane hanno aderito al programma dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “Scuole che Promuovono Salute” (Sps), con quasi il 25 per cento di esse che non possiede o non è a conoscenza di un piano dedicato al programma stesso.

Delle 493 scuole coinvolte, il 51,7 per cento sono istituti comprensivi, il 40,6 per cento scuole secondarie di secondo grado, il 4,7 per cento direzioni didattiche e il 3 per cento scuole secondarie di primo grado. Così emerge che in quasi il 40 per cento delle scuole non è prevista formazione del personale e supporto all’alfabetizzazione sanitaria «Si tratat di un ostacolo rilevante per l’implementazione delle Sps», afferma il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta che aggiunge «L’assenza di investimenti per la formazione del personale scolastico sui temi dell’alfabetizzazione sanitaria rappresentano un ostacolo rilevante per l’implementazione delle Sps». Poi il presidente della Fondazione Gimbe conclude «Emerge chiaramente la necessità da un lato che il programma Sps raggiunga il massimo grado di implementazione, dall’altro che vengano progettate di iniziative per supportare le scuole italiane nella promozione della salute pubblica e l’utilizzo consapevole dei servizi sanitari».

Per Antonello Giannelli, presidente della Fondazione Anp Ets «Dalla ricerca emergono importanti spunti di analisi sulla diffusione delle pratiche di alfabetizzazione sanitaria nelle scuole. Queste ultime, per via del loro impianto curricolare e degli spazi garantiti dall’autonomia, si confermano il luogo ideale per lo sviluppo di tematiche legate al benessere fisico e mentale di alunni e studenti per accompagnare il loro percorso di crescita» e poi aggiunge «I dati, peraltro, attestano la fondamentale sinergia che le scuole hanno con il territorio, anche nell’ottica del civic center. Le figure del dirigente scolastico e dei suoi collaboratori risultano strategiche per il sostegno e la promozione del programma Spe: infatti, secondo la ricerca, ben il 98% del campione afferma di ricevere costantemente input in tal senso dalla leadership della scuola». Intanto, in Puglia a Bitritto è stato illustrato il progetto della Casa della Comunità che sarà realizzata ex novo dalla Asl Bari con un investimento di circa 1,4 milioni da fondi Pnrr.

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