Consolidare l’autosufficienza regionale durante tutti i periodi dell’anno, contribuire all’autosufficienza nazionale, definire la rete trasfusionale e realizzare i poli di lavorazione (officine), oltre a monitorare l’applicazione dei criteri per la buona pratica e la appropriatezza trasfusionale. Sono questi gli obiettivi del programma per l’autosufficienza per il sangue e gli emocomponenti presentato dalla Regione Puglia con le indicazioni operative e gli obiettivi di sviluppo della Rete trasfusionale regionale.
Il piano prevede l’istituzione dei dipartimenti interaziendali della Medicina trasfusionale, organizzati su area vasta, la realizzazione delle officine di lavorazione degli emocomponenti, con l’istituzione di una commissione tecnica regionale, la prosecuzione del progetto Plasma, una campagna di comunicazione per la promozione della donazione di sangue ed emocomponenti. Il raggiungimento degli obiettivi del programma autosufficienza sangue è uno degli obiettivi economico-gestionali dei direttori generali di aziende ed enti del servizio sanitario regionale.
Il Centro nazionale sangue ha fissato l’obiettivo in 18 chili di plasma raccolti ogni mille abitanti in ogni regione.
Si tratta, spiega l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, di «un documento molto importante che forma la rete del piano regionale per le donazioni di sangue. Riteniamo – prosegue – che questa sia la strada giusta, insieme alle associazioni che danno un apporto fondamentale anche per gli emoderivati. La Regione deve essere il motore della promozione delle donazioni. Tutto sarà in rete, con maggiore efficienza per il sistema regionale, con l’immediata contezza di quante sono e dove servono le sacche di sangue. Questo nell’ambito di un trend in crescita delle donazioni in Puglia: anche i trapianti aumentano e i trapianti si possono fare solo se ci sono le donazioni. È quindi cultura della solidarietà vera, perché chi dona sangue dona vita».
Oltre all’assessore Palese, alla conferenza di presentazione del piano regionale del sangue e del plasma sono intervenuti il direttore del dipartimento Politiche della salute Vito Montanaro, il direttore del Centro nazionale sangue Vincenzo De Angelis, il direttore del Centro regionale sangue dottor Angelo Ostuni e i rappresentanti delle associazioni e federazioni dei donatori, coordinati da Roberto Nacci.
«Incrementare la cultura del dono significa avere più donatori e scorte di sangue e plasma», sottolinea Montanaro. «Dal plasma – spiega – otteniamo i costosi farmaci plasmaderivati e con maggiori quantità raccolte possiamo evitare di acquistarne da fuori regione. Per il 2023 il nostro piano è di allestire le tre officine di lavorazione su area vasta, Bari, Foggia e Lecce, che consentiranno di migliorare l’organizzazione e la pianificazione delle giornate di donazione, anche in collaborazione con le istituzioni statali come le forze armate e di polizia con le quali abbiamo sottoscritto convenzioni grazie a cui alla donazione facciamo corrispondere la fornitura di esami del sangue che consentono loro di governare anche la medicina del lavoro».
La strada che la Regione Puglia ha imboccato con il piano, aggiunge De Angelis, «è estremamente efficace per migliorare la qualità e l’efficacia dell’assistenza ai pazienti. Vogliamo chiudere la forbice dei dati della raccolta sangue nelle regioni, che vede differenze troppo alte, e il piano della Puglia va in questa direzione, anche utilizzando le buone pratiche nazionali».
Per Roberto Nacci, rappresentante regionale delle associazioni di donatori «stiamo approfondendo ogni tipo di impegno per aumentare le donazioni di sangue e plasma, perché stanno aumentando i pazienti che necessitano di trasfusioni di globuli rossi ed emoderivati e soprattutto plasma derivati come le immunoglobuline. Ci sforziamo per la cultura della donazione soprattutto nelle scuole perché con il calo demografico stanno venendo a mancare donatori di sangue e se non approfondiamo adesso questo tipo di impegno, per le prossime generazioni avremo sempre meno donatori».