La Puglia arranca sul biotestamento: male Bari e Lecce, meglio Foggia

Buona parte delle disposizioni anticipate di trattamento (Dat), depositate dagli italiani negli uffici comunali, non viene trasmessa alla Banca dati nazionale. E la Puglia è tra la regioni che hanno accumulato il maggiore ritardo, se si pensa che a Bari e dintorni il cosiddetto testamento biologico viene inserito nel database del Ministero della Salute soltanto nel 74,7% dei casi. A denunciare l’inerzia delle amministrazioni locali è l’associazione Luca Coscioni, da sempre in prima linea sul tema dei diritti civili, che segnala anche la mancanza di una campagna informativa istituzionale sul delicatissimo tema del fine vita.

Il sodalizio presieduto da Marco Cappato ha promosso un accesso agli atti generalizzato per richiedere ai Comuni quanti biotestamenti abbiano ricevuto dall’entrata in vigore della legge (datata 31 gennaio 2018) a oggi e quanti siano stati trasmessi alla Banca dati nazionale. Negli oltre 3.700 Comuni che hanno risposto, risultano depositate 171.492 dat, sebbene l’indagine non tenga conto di quelle affidate a notai e strutture sanitarie. Evidenti i ritardi nell’inserimento dei testamenti biologici nella Banca dati: a livello nazionale, solo l’88% delle dat depositate nei Comuni è effettivamente entrato nel database, il che vuol dire che più di un documento ogni dieci non è stato ancora spedito. La percentuale crolla in Liguria (64,2%% di inserimenti), Sardegna (64,4%), Sicilia (68,7%), Calabria (69,8%) e, appunto, Puglia (74,7%).

Analizzando nel dettaglio le statistiche relative alla nostra regione, su 9.905 dat depositate nei 61 Comuni finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’associazione Luca Coscioni, solo 4.203 sono state inviate alla Banca dati. Quanto ai capoluoghi di provincia, le peggiori performance sono quelle di Bari e di Lecce: nel primo caso, si contano 1.385 biotestamenti depositati ma non ci sono dati su quelli trasmessi al Ministero; nel secondo, le dat presentate sono 245 e zero quelle inviate alla Banca dati. Zero spaccato anche per Taranto, a fronte di 577 testamenti biologici affidati agli uffici comunali. Buona, invece, la performance di Foggia la cui amministrazione ha trasmesso al Ministero della Salute tutte le 832 dat finora depositate dai residenti. E Brindisi e Barletta? Molto male: i due Comuni rientrano tra quelli che finora non hanno ancora risposto o hanno risposto in maniera parziale e ai quali, per questo motivo, l’associazione Luca Coscioni ha inviato una diffida.

«Non è mai stata condotta alcuna campagna informativa sul tema – spiegano gli attivisti – e anche in questo caso, come in tema di suicidio assistito, tocca a una piccola associazione sostituirsi allo Stato nel garantire alla popolazione diritti civili fondamentali».

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