Intossicazioni da monossido di carbonio in aumento: al “San Paolo” di Bari la terapia salvavita

L’ospedale “San Paolo” di Bari si prepara a fornire la migliore assistenza ai pazienti intossicati da monossido di carbonio, in aumento con l’arrivo dei primi freddi a causa, in alcune circostanze, dell’utilizzo di impianti termici poco sicuri o per l’accensione di bracieri.

La terapia salvavita è l’ossigenoterapia iperbarica, ossia la somministrazione di ossigeno, all’interno delle camere iperbariche, ambienti che vengono portati a pressione superiore a quella atmosferica. I pazienti respirano l’ossigeno attraverso maschere, caschi o tubi endotracheali.

Ad erogare questo tipo di trattamento è l’unità operativa di medicina iperbarica del “San Paolo”, che garantisce assistenza 365 giorni l’anno, 24 ore su 24 con la possibilità di trattare, grazie alla collaborazione con la Uoc di Anestesia e Rianimazione, anche pazienti critici.

L’ossigenoterapia iperbarica è una terapia salvavita, spiega la dottoressa Laura Vernotico, responsabile della unità operativa di medicina iperbarica del “San Paolo” che si utilizza «nei casi di intossicazione da monossido di carbonio, più frequente nel periodo invernale e, ugualmente, negli incidenti dei subacquei, quali la malattia da decompressione e l’embolia gassosa arteriosa, più frequenti nel periodo estivo, e l’embolia gassosa arteriosa iatrogena».

L’ossigeno somministrato a pressioni superiori a quelle normali, aggiunge la dottoressa Vernotico, «facilita, infatti, l’ossigenazione delle aree ischemiche, ha azione antibatterica, antiedemigena, antinfiammatoria, accelera la demarcazione tra tessuto necrotico e vitale e attiva l’osteogenesi».

I benefici della terapia si riscontrano anche nel trattamento di ulcere di diversa origine, come ad esempio infezioni dei tessuti molli e ossee e altre patologie correlate con quadri di infezione e ischemia.

L’unità operativa del “San Paolo” nel corso degli anni si è potenziata grazie alla sostituzione nel 2010 della camera iperbarica con una nuova e più grande che consente il trattamento di 10 pazienti e il rinnovo del sistema di alimentazione della stessa nel 2021. Lo staff è composto da quattro medici, cinque infermieri, quattro tecnici e due ausiliari socio-sanitari.

Attualmente, nella Regione Puglia, le patologie trattabili con ossigenoterapia iperbarica a carico del Servizio sanitario nazionale sono: malattia da decompressione, embolia gassosa arteriosa, intossicazione da monossido di carbonio, ischemia traumatica acuta, sindrome compartimentale, infezioni necrosanti progressive (miositi da anaerobi, fascite necrotizzante, infezioni necrotizzanti dermo-epidermiche, gangrena diabetica) e innesti cutanei e lembi muscolo-cutanei compromessi.

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