In Puglia mancano 3mila medici negli ospedali: «I giovani devono restare sul territorio»

In Puglia mancano tra i 2.500 e i 3mila medici negli ospedali. A evidenziarlo è l’Ordine dei medici di Bari commentando i dati diffusi da Anaao-Assomed.

Le carenze nei reparti potrebbero aumentare nei prossimi due anni a causa della “gobba” pensionistica e «dei tagli alle pensioni».

A fronte di 1.257 medici che sono venuti meno, le Asl pugliesi hanno assunto solo 995 professionisti per sostituirli. Nella Asl Bari, il Policlinico ha avuto 205 cessazioni, a fronte di 165 nuove assunzioni; l’Irccs Giovanni Paolo II 18 cessazioni a fronte di 16 assunzioni; l’Irccs De Bellis 17 cessazioni a fronte di 8 assunzioni.

In Puglia, sottolinea il presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, «questi dati confermano la gravissima carenza di medici dipendenti. Sono 1,63 per 1000 abitanti, dato che colloca la Puglia molto al di sotto della media nazionale che vede 2,11 medici dipendenti ogni 1000 abitanti. La gobba pensionistica ed i provvedimenti del governo sulle pensioni, d’altra parte, possono costituire una miscela pericolosissima per accelerare il fenomeno delle dimissioni e degli abbandoni, riducendo drammaticamente questo indice. Così facendo anche il territorio, che già soffre per le croniche carenze dei medici di famiglia e la mancanza degli altri professionisti sanitari, sarebbe ulteriormente penalizzato».

Anche sul fronte della medicina generale la situazione non è delle migliori: secondo la Fondazione Gimbe in Puglia tra il 2019 e il 2021 il numero di medici di Medicina generale si è ridotto del 3,7% ed entro il 2025 la regione ne perderà altri 383. Il 21,3% dei medici di famiglia supera il limite dei 1.500 pazienti.

Entro il 2024 andranno in pensione 1.414 medici di medicina generale e, tra il 2025 e il 2029, il territorio perderà il supporto di altri 1.140 specialisti in cure primarie. E ancora, dal 2030 al 2034, al trend si aggiungeranno altri 563 medici.

L’Ordine dei medici di Bari, inoltre, ha presentato una nuova campagna di comunicazione dal titolo “Io resto in Puglia”: «Dobbiamo dare la possibilità ai giovani medici che si specializzano in Puglia di rimanere a lavorare sul territorio», è l’appello lanciato da Filippo Anelli. Attraverso la campagna “Io resto in Puglia”, che campeggia sui cartelloni in affissione da oggi nelle strade del capoluogo e dei comuni della provincia di Bari, l’Ordine dei medici chiede «più risorse per assumere i giovani medici nel servizio sanitario. Più salute per i cittadini pugliesi».

Per Anelli «occorre un provvedimento straordinario di assunzione dei giovani medici, perché le liste di attesa si combattono soltanto con l’aumento del personale medico. Come Fnomceo lo abbiamo chiesto a livello nazionale, ma la richiesta è ancora più urgente in Puglia dove il blocco delle assunzioni degli anni passati sta provocando una desertificazione dei reparti. Con il risultato che chi rimane è costretto a fare turni aggiuntivi, con carichi di lavoro tali da indurre molti colleghi a lasciare il proprio posto in ospedale. Nel periodo pandemico i carichi di lavoro straordinari legati all’emergenza avevano portato a contravvenire alle regole sui turni di lavoro, determinando multe ad alcuni primari del pronto soccorso e della chirurgia. Oggi, in condizioni ordinarie, questa situazione potrebbe ripetersi in qualsiasi momento».

Ad oggi, su 458 contratti ministeriali/regionali, sono stati assegnati all’Università di Bari 388 candidati. Gli iscritti effettivi sono 339. «Servono- conclude Anelli – procedure snelle e veloci, che si avvalgano del Dl Calabria della legge Madia che consente di affrontare il concorso anche prima della fine della specializzazione. Incentiviamo i giovani medici a rimanere, magari vincolandoli per un determinato periodo».

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