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Il Molecular Tumor Board del “Giovanni Paolo II” di Bari in rete con i dati di altri sette centri oncologici – VIDEO

L’Istituto tumori di Bari entra nella rete dei più grandi centri oncologici italiani per condividere i dati e trovare nuove terapie sempre più a misura del singolo paziente. Questi gli obiettivi del progetto di ricerca MTB-VCS, che prevede la condivisione dei dati del Molecular Tumor Board dell’istituto oncologico barese sulla piattaforma Virtual Consultation System. L'Irccs…

L’Istituto tumori di Bari entra nella rete dei più grandi centri oncologici italiani per condividere i dati e trovare nuove terapie sempre più a misura del singolo paziente. Questi gli obiettivi del progetto di ricerca MTB-VCS, che prevede la condivisione dei dati del Molecular Tumor Board dell’istituto oncologico barese sulla piattaforma Virtual Consultation System.

L’Irccs “Giovanni Paolo II” di Bari ha avviato già dal 2020 il Molecular Tumor Board, «un team multidisciplinare di esperti – spiega la responsabile dell’unità semplice dipartimentale di diagnostica molecolare e farmacogenetica dell’Istituto, Stefania Tommasi – che valuta e interpreta i test molecolari, proponendo, poi, la più corretta terapia per il singolo paziente, basata sulla presenza di eventuali alterazioni molecolari».

In particolare, il compito del Molecular Tumor Board è quello di identificare ulteriori opzioni terapeutiche per quei pazienti che non rispondono alle terapie standard, sono affetti da tumori rari oppure hanno sviluppato resistenza, e quindi non rispondono più, alle terapie disponibili.

«Tutto ciò è possibile grazie allo studio esteso delle alterazioni molecolari del tumore, grazie a tecnologie di sequenziamento del DNA, definite Next Generation Sequencing (NGS), particolarmente performanti, e ad approfondite valutazioni bioinformatiche», rimarca Simona De Summa, esperta bioinformatica dell’istituto, che si occupa del progetto MTB-VCS.

Maggiore è la quantità di dati disponibili, maggiore è la possibilità di trovare la più corretta risposta terapeutica per il singolo paziente. Da qui, la necessità di condividere i dati, tutti in forma anonima, già in possesso del Molecular Tumor Board dell’Istituto su un’unica piattaforma con altri sette centri di ricerca nazionali: Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, Università La Sapienza di Roma, Istituto Tumori Pascale di Napoli, Istituto Nazionale Tumori IRCCS di Milano, Istituto Europeo Oncologico di Milano, IRCCS Policlinico San Martino di Genova e Università di Messina.

La piattaforma VCS è stata realizzata da Cineca, il consorzio interuniversitario nazionale a cui aderiscono università, ministeri e istituzioni pubbliche nazionali, in collaborazione con clinici e i bioinformatici dei centri partecipanti.

«La condivisione dei dati genomici, dei dati clinici e le risposte dei pazienti ai trattamenti proposti dai diversi Molecular Tumor Board dei centri partecipanti allo studio permetterà di aumentare le conoscenze sui trattamenti possibili e, in particolare, sui trattamenti con probabilità di maggior successo. La condivisione in rete, è, infatti, la maniera più efficace di identificare approcci terapeutici innovativi con maggiori evidenze scientifiche», conclude Tommasi.

«L’analisi dei dati raccolti nella piattaforma con metodiche avanzate di intelligenza artificiale potrebbero aumentare le opzioni terapeutiche, sulla base di riposte cliniche registrate in tumori altrimenti incurabili», precisa De Summa.

«Grazie a questo progetto di ricerca – così il direttore generale Alessandro Delle Donne – rafforziamo e qualifichiamo le nostre collaborazioni sul territorio nazionale, confermando la nostra presenza quale nodo delle più importanti reti di ricerca. Ancora più significativo è poi il fatto che la condivisione dei dati su scala nazionale garantirà un approccio sempre più innovativo ed adeguato per i nostri pazienti oncologici, offrendo loro dunque più chance terapeutiche».

«Questo progetto di ricerca – così il presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica dell’Istituto, Gero Grassi – rappresenta un ottimo esempio di come le nuove tecnologie e la condivisione dei dati può concretamente essere a servizio della sanità e quindi della salute di tutti».

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