Febbre del Nilo: «In Puglia un solo caso ma l’attenzione è massima». Ecco le misure di prevenzione

«Abbiamo attivato tutti i protocolli di sorveglianza e di eventuali interventi per contrastare l’insorgenza di casi di infezione di West Nile Virus», lo dichiara il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Foggia, Giovanni Iannucci, dopo che nei giorni scorsi si è registrato un caso di contagio nella provincia.

«Attualmente – aggiunge Iannucci – non esiste un vaccino per la febbre West Nile» ma è «ancora in fase in studio». La prevenzione, specifica, «consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare».

Nonostante non vi sia nessuna emergenza, «l’attenzione comunque è massima – chiarisce Iannucci -. La nostra Asl è vicina ai cittadini ed è costantemente presente come punto di riferimento ed informazione. A tal fine abbiamo predisposto e trasmesso alcune indicazioni per le Strutture Sanitarie interessate e per i comuni».

La febbre del Nilo o West Nile fever, spiegano dalla Asl di Foggia, è una malattia provocata da un Arbovirus a RNA della famiglia dei Flaviviridae, veicolo di diffusione del virus sono le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

L’azienda sanitaria consiglia di usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto e più esposti alle punture di zanzare, utilizzare zanzariere alle finestre, nel caso di presenza di zanzare in ambienti interni utilizzare vaporizzatori spray a base di piretro o di altri insetticidi per uso domestico oppure diffusori di insetticida elettrici areando bene i locali prima di soggiornarvi, svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante che favorisce lo sviluppo delle larve di zanzara, cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali, tenere le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, rush cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona.

«Una corretta gestione del territorio e degli ambienti di vita è essenziale per la prevenzione di tutte le malattie trasmesse da virus e, anche al fine di contrastare la riproduzione delle zanzare, è necessario intraprendere azioni di risanamento ambientale», ribadisce ancora Iannucci, spiegando che «ci sono focolai ambientali non eliminabili quali ad esempio acquitrini, canalizzazioni a cielo aperto, bacini perenni e per l’approvvigionamento idrico degli orti urbani, risaie, cisterne, depuratori, vasche e fontane ornamentali soprattutto laddove le acque sono ferme e contengono detriti vegetali (che forniscono nutrimento e riparo alle forme larvali), grondaie con pendenze non corrette. Su questi potenziali focolai non eliminabili vanno assicurati interventi che agevolino lo scorrimento delle acque evitando il ristagno che crea le condizioni per lo sviluppo delle larve di zanzare».

È essenziale inoltre eliminare tutti i focolai che possono essere rimossi, come oggetti presenti nei giardini che possono costituire piccole raccolte temporanee di acqua (ad esempio barattoli vuoti, sottovasi, contenitori senza coperchio, ma anche anfore ornamentali e giochi per bambini).

Altrettanto importante è la manutenzione delle aree verdi pubbliche e private, la pulizia delle aree abbandonate, l’eliminazione dei rifiuti ed evitare la presenza di contenitori, anche di piccole dimensioni, contenenti acqua e drenaggio stagnante.

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