Negli ospedali baresi, così nel resto della regione, c’è una grave carenza di sangue. Tanti sono gli appelli di associazioni e medici che invitano i cittadini a donare, sia nei centri che durante le giornate ad hoc organizzate nelle diverse piazze della città. «C’è una situazione critica in tutta la regione – spiega Angelo Ostuni, direttore del Centro Regionale Sangue – iniziata appena prima di ferragosto, ma che sta continuando ancora».
L’allarme
L’emergenza è reale, tanto che in alcuni ospedali sono stati sospesi gli interventi chirurgici programmati per provare a limitare i danni e supportare i centri più in difficoltà. Per quanto riguarda il capoluogo pugliese, a soffrire maggiormente la carenza di sangue, sono gli istituti più grandi, come l’ospedale “Di Venere” e il Policlinico. Ma l’allarme riguarda anche altri centri della regione, da Foggia a Taranto, ma anche Brindisi e Lecce. «È una situazione che probabilmente negli anni scorsi non avevamo vissuto – aggiunge il medico – L’aspetto poco chiaro è che tutto sommato, dai dati in nostro possesso, le donazioni non sono diminuite complessivamente». Il problema, si ipotizza, potrebbe essere un aumento delle richieste, ma non ci sono certezze in merito.
Tra i gruppi più ricercati ci sarebbero lo 0+ e l’A+, ma l’emergenza è generalizzata.
I possibili interventi
Il problema, sostiene Ostuni in quanto coordinatore regionale dei centri trasfusionali, è che non si tratta di un qualcosa «che si può rincorrere all’infinito, perché la risorsa è preziosa e possiamo ottenerla solo dai donatori, ma i donatori son quelli». Per arginare l’emergenza, dunque, andrebbero individuate altre iniziative che si discostino dalla donazione del sangue. «Uno degli aspetti fondamentali su cui le altre regioni hanno lavorato molto – aggiunge il direttore, è quello dell’appropriatezza della richiesta di sangue, così come si fa con l’utilizzo dei farmaci. Anche il sangue è un farmaco».