Dodici ore per una visita: l’odissea dei pazienti nel pronto soccorso del Policlinico di Foggia

Una mattinata qualunque in Pronto Soccorso al Policlinico di Foggia. C’è disincanto tra gli utenti, i codici inferiori del triage sono consapevoli di poter aspettare anche tutti il giorno. Due donne hanno portato la loro mamma anziana. «È entrata con un codice giallo – spiega una delle due figlie – ma abbiamo scoperto nel giro di un quarto d’ora che il codice era diventato di un altro colore. È la mia seconda volta in pronto soccorso per mia madre e abbiamo avuto risposte repentine per via della gravità, ma il problema è l’eventuale ricovero e il trasferimento nei reparti».

Si può incappare, infatti, in barellati nelle stanze d’attesa. Un anziano che ha freddo ma non ha nulla di apparentemente grave è nella sala del codice verde sulla barellati. «Non ci stanno posti ma la gente rischia di morire dopo una settimana nei letti del pronto soccorso», dice un parente.

Le carenze di medici nel reparto della primaria Cardinaletti sono note: 16 medici anziché 35, pochissimi infermieri, poca presenza di personale per l’accoglienza nella nuova struttura della palazzina Deu. Ma è incredibile come per una struttura costata oltre 60 milioni di euro, l’accettazione iniziale debba esser fatta in un container, dove il dottore fa un primo colloquio e se serve il tampone anti Covid. Gli spazi del Pronto Soccorso al Deu sono inspiegabilmente ristretti, quasi precari. Con cartonati o pannelli divisori da convention fieristica. Senza contare che l’utenza per la prima accettazione deve attraversare il piazzale interno dedicato anche all’entrata e all’uscita delle ambulanze.

Solo per ottenere un codice, se il disagio non è importante, si spendono 50 minuti, tra prima accettazione, attesa per l’esito del tampone, nuove attese e primo screening. Poi si entra nella sala, colorata a seconda del triage. Quanto c’è da attendere? La risposta dell’addetta è sibillina: «Dipende dai medici, la chiameranno». Insomma, andare al pronto soccorso del Policlinico significa affidarsi nelle mani del medico Buona Fortuna.

Non a caso nei giorni scorsi, la notizia diffusasi sui social di un cittadino che ha atteso 12 ore in codice giallo senza essere visitato ha indignato molti foggiani. Tra tutti il sindacalista e operatore sociale e sportivo Cesare Gaudiano, pure lui con una brutta esperienza passata al Policlinico Riuniti di Foggia. «I cittadini non meritano tutto questo degrado. La salute riguarda tutti, si fanno tanti articoli giornalistici e tante trasmissioni sul Foggia calcio e non se ne fanno per i problemi davvero seri e che riguardano tutti come questo. Bisogna iniziare a fare emergere le responsabilità».

Una madre in attesa racconta cosa ha vissuto solo poche settimane prima. «È stato spaventoso. Decine di persone, per la maggior parte anziani, che aspettavano di essere visitati mentre il personale sanitario faceva i salti mortali per assistere tutti. Le sale d’attesa stracolme e pazienti sistemati nei corridoi. Tanti altri intubati in una grande sala forse in procinto di essere ricoverati nei reparti. C’è una nuova sede ma non sono stati in grado di risolvere il problema dei tempi d’attesa».

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