Il 92,12% dei ragazzi italiani indossa abitualmente gli auricolari, gli adolescenti sono più consapevoli dei loro coetanei europei dei possibili danni uditivi dovuti al rumore ma non fanno abbastanza per prevenirli mantenendo un volume basso entro gli 80 dB come limite massimo nelle cuffie e per non più di 40 ore alla settimana, indossando tappi in ambienti rumorosi o allontanandosi da fonti di rumore.
È quanto emerge dall’indagine “Youth attitudes to noise scale” che esplora gli atteggiamenti dei ragazzi nei confronti del rumore presente nella nostra vita, in ambito scolastico e ricreativo. Il report è stato presentato dal professor Nicola Quaranta, direttore di Otorinolaringoiatria e vicepresidente della Società italiana Audiologia e Foniatria, al Policlinico di Bari in occasione della Giornata mondiale dell’udito.
La giornata è organizzata il 3 marzo di ogni anno dalla Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia cervico-facciale (SIOeChCF) con la cooperazione della Società italiana di Audiologia e Foniatria (Siaf) e di 23 associazioni di pazienti e parenti di soggetti ipoacusici (senza fini di lucro) operanti sul territorio nazionale, tra cui in Puglia l’associazione Affrontiamo la Sordità Insieme e l’Associazione Italiana Sordi (ANS). L’iniziativa è patrocinata anche dalla Federazione nazionale dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri (FNOMCEO).
Lo screening è stato effettuato in dodici regioni italiane, il 17% dei dati sono stati raccolti in Puglia, hanno volontariamente partecipato 991 adolescenti (397 ragazzi e 594 ragazze), con un’età media di 14.7 anni.
«A fronte del 97% di ragazzi con soglia uditiva nella norma il 2,52% ha dichiarato di soffrire sempre di acufeni, possibile indice di iniziale danno uditivo. I primi sintomi sono fischi e rumori che il paziente sente ma che in realtà non esistono, e difficoltà a capire in un ambiente rumoroso», spiega il professor Quaranta.
Il 62% dei ragazzi utilizza gli auricolari per un tempo superiore alla singola ora durante la giornata. La maggior parte degli adolescenti, il 38,14% utilizza le cuffie e gli auricolari ad un volume pari al 50%-75%; il 28,86% le utilizza ad un volume pari al 75%-100%; il 24,52% le usa ad un volume pari al 25%-50% e la restante parte, l’8,48%, le utilizza ad un volume pari allo 0-25%.
Dall’indagine è emerso che l’interferenza dei rumori ambientali abbia un basso impatto sulle attività quotidiane degli adolescenti italiani, e ciò è probabilmente dovuto all’abitudine al rumore derivata dall’utilizzo non corretto (volume medio alto per lunghi periodi) dei dispositivi personali d’ascolto. Gli adolescenti hanno anche dichiarato di avere una buona capacità di concentrazione in ambiente rumoroso, anche questo probabilmente dovuto all’abitudine ad essere quotidianamente esposti ai rumori.
«Abbiamo la necessità di sensibilizzare maggiormente i giovani sui possibili danni da rumore e sull’importanza di mettere in atto misure preventive che possono salvaguardare la salute uditiva. Oltre il 60% dei problemi di udito, infatti, può essere identificato e affrontato a livello delle cure primarie attraverso un controllo regolare dell’udito», conclude il prof. Quaranta.