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Cure non garantite: rischio caos nelle liste d’attesa

Il Codacons di Lecce chiede un pronto intervento della Regione Puglia e dell’Asl del capoluogo salentino per una rimodulazione della nota Aifa (Agenzia italiana del farmaco) 99, che interviene sulle modalità di trattamento e di prescrizione a carico del servizio sanitario nazionale delle terapie per i pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva. Si tratta di…

Il Codacons di Lecce chiede un pronto intervento della Regione Puglia e dell’Asl del capoluogo salentino per una rimodulazione della nota Aifa (Agenzia italiana del farmaco) 99, che interviene sulle modalità di trattamento e di prescrizione a carico del servizio sanitario nazionale delle terapie per i pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva. Si tratta di una grave malattia respiratoria che, come scrive il Codacons in una nota stampa, secondo alcuni dati colpisce in Italia il 5,6% degli adulti (circa 3,5 milioni di persone) ed è responsabile del 55% dei decessi per malattie respiratorie.

Il pericolo, secondo la locale associazione per la tutela dei diritti dei cittadini, è che possano allungarsi le liste d’attesa e che le disposizioni dell’Aifa finiscano per ostacolare l’accesso alle cure gratuite, anche se «l’obiettivo dichiarato è quello di contenere la spesa a carico del servizio sanitario nazionale», si legge ancora nella nota. Inoltre, sottolinea ancora l’associazione nel sollecitare l’intervento di Regione e Asl locale, «per quanto è dato sapere solo in Puglia verrà applicata la nota Aifa».

Quest’ultima, spiega il Codacons di Lecce, «stabilisce che la cosiddetta “triplice terapia” a unico inalatore (il farmaco somministrato ai pazienti più gravi) potrà essere prescritta esclusivamente da medici specialisti operanti in centri per la cura delle malattie respiratorie di secondo livello». In questo modo, tuttavia, il rischio è che «i pazienti potrebbero essere costretti a prenotare dapprima un esame spirometrico semplice da un medico o un centro di primo livello attendendo le relative tempistiche e in seguito un ulteriore esame in un centro di secondo livello, con ulteriori tempi di attesa», sottolinea ancora l’associazione. Insomma, per il Codacons di Lecce si tratta di «un meccanismo a dir poco perverso che potrebbe comportare non soltanto un disagio per i pazienti costretti a vagare tra le varie strutture per potersi curare ma persino una duplicazione dei tempi d’attesa per l’esecuzione dei vari esami».

Inoltre, l’associazione accende i riflettori anche sul numero di centri di secondo livello presenti in Salento, dove, come si legge ancora nella nota, su un totale di dieci centri per la cura delle malattie respiratorie, soltanto quattro risulterebbero attrezzati per svolgere esami di secondo livello per la cura della malattia. Ma con la presenza di due centri nel capoluogo salentino e altri due a Scorrano e Tricase, c’è «una distribuzione territoriale fortemente frammentaria che rischia di rappresentare per i pazienti un ulteriore motivo di disagio e di ostacolo per l’accesso alle cure», affermano ancora dal Codacons locale.

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