Come l’omeopatia aiuta a fare l’amore

Con l’arrivo dell’estate si è maggiormente propensi a lasciare libero sfogo alla sessualità. Ma cosa fare se uno dei due partner avverte un calo del desiderio?

L’omeopatia offre delle soluzioni: per lei c’è sepia, quando si verifica un vero rifiuto del rapporto sessuale, aggravato anche da secchezza vaginale, se invece l’avversione è nei confronti della penetrazione, ma gradisce il contatto fisico e le coccole, allora è indicato natrum muriaticum.

Per lui è utile graphites se la libido è assente, se il desiderio è conservato, ma il problema è l’erezione, si può pensare a lycopodium.

In fitoterapia esistono interessanti strategie provenienti dall’America Latina: la maca, nota anche come ginseng delle Ande e la muira puama, utilizzata nell’ambito della medicina popolare brasiliana, per preparare il “punch of love” con l’aggiunta del rum.

Ma esistono degli alimenti che fanno bene all’amore? Per secoli un intruglio a base di schizandra sinensis, cridium japonicum e boschiakia glabra è stato ritenuto capace di essere un elisir che rendeva gli uomini instancabili amatori. Plinio il Vecchio, a tale scopo consigliava la mandragora, di cui si fa riferimento anche nella Bibbia, mentre Ovidio il vino. Sembra che la tradizione popolare abbia dato notevole importanza a quelle che sono definite “signature” cioè la somiglianza a qualcosa, e quindi ecco che di volta in volta diventano afrodisiaci banane, asparagi, cetrioli, carote, porri ed anguille per la loro affinità fisica con il pene; ostriche e fichi per le analogie con la vagina ed il caviale perché fatto di minuscole uova! Quindi instancabilmente si è andati alla ricerca di tutto ciò che ci ricordasse il pene, o comunque avesse una qualche attinenza con i genitali. Ecco quindi fiorire una serie di ricette a base di organi genitali delle specie animali più svariate: dai tori alle tigri, dai rinoceronti ai cigni. Le banane, oltre a ricordare figurativamente il fallo, sono ricche di potassio e di vitamina B6, due componenti fondamentali per la formazione del testosterone, e contengono, inoltre, particolari enzimi che aiutano ad incrementare la libido e pure gli asparagi, anche essi ricchi di potassio, di vitamine del gruppo B e di sostanze che favoriscono la produzione degli ormoni sessuali maschili e la virilità, sembra agiscano sul desiderio maschile. Le mandorle, invece che richiamano le ovaie, sono un’ottima fonte di vitamina E.

Ci sono poi, una serie di alimenti quali lo zenzero, il peperoncino, lo zafferano e le fave di cacao, che attraverso alcuni loro principi attivi, quali il gingerolo, la capsaicina, il zingiberene, i bioflavonoidi migliorano l’afflusso circolatorio, determinando aumento del desiderio e le capacità sessuali.

Anche l’olfatto è stato preso in considerazione, come veicolo per trasmettere l’eccitazione ed il desiderio sessuale: Diane Ackerman in “Storia naturale dei sensi” scrive a proposito dei tartufi, che il loro odore le evoca “la muscosità di un letto sfatto dopo un pomeriggio di amore ai tropici”, forse dovuto al loro contenuto di androsterone, una sostanza presente negli ormoni dei maiali maschi, che sarebbe in grado di attirare le scrofe. Ovviamente non c’è nulla di scientifico in tutto ciò. Il filosofo e medico Maimonide nel XII secolo indicava nel “Libro dei precetti” un intero pasto afrodisiaco: zuppa d’uova di colombi e passeri, menta, sesamo ed asparagi. In questo campo esistono tante leggende e qualcosa di reale: per esempio si racconta che fu una cena a base di caviale e storione ad aiutare Caterina II di Russia ad avere il tanto sospirato erede al trono, o un pasto con tacchino tartufato e champagne a facilitare Napoleone Bonaparte nell’impresa di concepire il suo unico figlio legittimo, quello che fu soprannominato Aiglon e subito nominato re di Roma.

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