Cicorielle selvatiche e cime di rape per la cura del fegato grasso: lo studio dell’Irccs “De Bellis” su 40 pazienti – VIDEO

Sostituire ogni giorno una porzione di un alimento ricco di carboidrati con una di vegetali per 3 mesi migliora la steatosi ed i segni iniziali di fibrosi epatica. È quanto emerge da un recente studio condotto dall’Istituto nazionale di Gastroenterologia “De Bellis” di Castellana Grotte su 40 pazienti con steatosi epatica non alcolica.

La steatosi epatica su base dismetabolica è una malattia molto diffusa nel mondo occidentale, che può evolvere verso la cirrosi ed a volte verso il tumore epatico.

Il direttore scientifico Gianluigi Giannelli definisce «sorprendenti» i risultati emersi dallo studio «perché ai pazienti è stato prescritto un modesto cambiamento del loro regime alimentare, lasciando per il resto immodificato il loro stile di vita. Questo è un importante valore aggiunto – spiega -, perché per il paziente è stato molto facile mantenere un’ottima adesione al nuovo regime alimentare ed in futuro potrà facilmente continuare anche in considerazione della sostenibilità economica».

La ricerca condotta dal professor Giovanni De Pergola, assistito dalla giovane ricercatrice Sara De Nucci, ha messo in evidenza, insieme a un miglioramento di tutti i parametri antropometrici trainati dalla diminuzione del peso corporeo, anche una riduzione della steatosi e dei segni iniziali di fibrosi epatica, quantificata attraverso due diversi score che tenevano in considerazione dati biochimici e strumentali.

«La regressione della steatosi epatica e dei segni iniziali di fibrosi epatica è un risultato del tutto inatteso e che va oltre i migliori auspici – prosegue Giannelli – offrendo nuovi spunti di riflessione sulla possibilità di modificare le traiettorie di progressione di questa insidiosa patologia al momento orfana di farmaci».

Si potrebbe riassumere che un’alimentazione sana serve a vivere meglio: «Utilizzare la ricerca scientifica per migliorare l’assistenza al cittadino è la priorità dell’Irccs “De Bellis” – sottolinea il Direttore Generale, dottor Tommaso Stallone – sia attraverso la messa a punto di percorsi diagnostici o terapeutici innovativi sia con interventi sullo stile di vita basati sulle evidenze scientifiche».

Da sottolineare la collaborazione con l’azienda agricola foggiana “Spirito Contadino”, che ha fornito gratuitamente le porzioni di cicorielle selvatiche da campo, germogli di torzella, cime di rape e senape selvatica di campo consegnandole al domicilio di ogni paziente. «Utilizzare il know-how scientifico a vantaggio del cittadino, anche attraverso l’impiego delle attività produttive del territorio, fa dell’Irccs “De Bellis” un modello oramai ben consolidato e pionieristico nell’intero panorama regionale», conclude il presidente del Civ dottor Enzo Delvecchio.

Verdure per la cura del fegato grasso: lo studio dell'Irccs "De Bellis" su 40 pazienti

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