Carenza di personale e turni massacranti. A rischio l’assistenza al Policlinico di Bari

Non si può più parlare di emergenza. La carenza di personale al Policlinico è diventata ormai cronica e costringe il personale sanitario, dai medici agli infermieri, a sottoporsi a turni a dir poco massacranti. La denuncia, ultima solo in ordine di tempo, arriva da Antonello Barnabà, segretario generale della Uil Fpl Puglia che ha voluto riaccendere l’attenzione su un tema troppo spesso sottovalutato.

«Sono ormai diventate insostenibili ed inaccettabili le criticità derivanti dalla cronica carenza di personale al Policlinico di Bari – sostiene il sindacalista – che costringono quotidianamente il personale dipendente a uno sforzo inumano per assicurare e rispondere alle necessità dell’utenza». Medici e infermieri sono costretti a ricorrere in modo frenetico al lavoro straordinario, alla soppressione o al rinvio dei riposi, ai doppi turni, alle attività in pronta disponibilità a copertura dei turni di servizio e, in ultimo, alla rinuncia o alla non concessione delle ferie. «Questi stratagemmi, non possono più rappresentare, per i livelli raggiunti, strumenti ordinari nella gestione dell’enorme volume di prestazioni che vedono impegnata l’Azienda universitaria ospedaliera».

Secondo il sindacalista, «ai livelli occupazionali, già deficitari e aggravati ulteriormente per la messa in quiescenza o mobilità, soprattutto del personale infermieristico, mai realmente integrati con nuovi innesti, si aggiungono le assenze ordinarie ricorrenti per maternità e malattie lunghe. È una criticità che va affrontata nel merito subito, senza ulteriori rinvii, anche rispetto al riequilibrio degli assetti organizzativi. Sia chiaro – conclude Barnabà – un sistema che ormai non può più reggere, anche perché, per fare un esempio, il personale si ritrova ad essere impegnato anche per la presa in carico dei pazienti, con sottrazione agli stessi delle competenze sanitarie infermieristiche».

Una situazione, dunque, che va avanti da troppi anni e che si ripresenta con più forza in determinate aree dell’ospedale come il pronto soccorso. Ma non solo al Policlinico, stesse problematiche si riscontrano anche nelle altre strutture cittadine come il Di Venere e il San Paolo, dove si assiste a una carenza di personale che raggiunge anche il 60%. Per far fronte a questa situazione, molti medici vengono dirottati da altri reparti. Ma questo espediente è un’arma a doppio taglio perché compromette le performance dei camici bianchi che, pur essendo preparati per gli interventi di primo soccorso, hanno specializzazioni di altro tipo e rischiano errori e ritosioni da parte dei pazienti.

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