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Brindisi, al Perrino la cura “Car-t”: ecco la terapia alternativa contro le leucemie

Da un mese, i pazienti affetti da linfomi non Hodgkin o leucemie linfoblastiche che non dovessero rispondere alle terapie convenzionali, potranno essere sottoposti all’ospedale Perrino all’ultima rivoluzionaria metodologia di trattamento in campo onco-ematologico, ossia la Car-t. Da Roma in giù sono solo sei i centri che utilizzano questa innovativa terapia. «Il processo – ha spiegato…

Da un mese, i pazienti affetti da linfomi non Hodgkin o leucemie linfoblastiche che non dovessero rispondere alle terapie convenzionali, potranno essere sottoposti all’ospedale Perrino all’ultima rivoluzionaria metodologia di trattamento in campo onco-ematologico, ossia la Car-t.

Da Roma in giù sono solo sei i centri che utilizzano questa innovativa terapia. «Il processo – ha spiegato Domenico Pastore, direttore del reparto di Ematologia del Perrino – inizia con il prelievo dei linfociti dal paziente. Tali linfociti si spediscono in centri dove vengono ingegnerizzati. Dopodiché, si infondono nuovamente nel paziente, le cui cellule vengono armate per distruggere quelle cancerogene. In genere il paziente dovrà osservare una degenza di due-tre settimane. Con questa terapia viene salvato il 50 per cento degli ammalati».

Il costo della cura è al momento esoso per il sistema sanitario. Ma la sostenibilità finanziaria, come osservato nel corso della conferenza stampa di presentazione di questa tecnica innovativa, deve essere valutata sul lungo termine. «La Regione – ha richiesto la direttrice del Dipartimento Farmaceutico del Perrino, Teresa Calamia – dovrebbe prevedere un capitolo di spesa ad hoc per il Car-T. Abbiamo iniziato nel 2020 con una paziente di Francavilla, che abbiamo indirizzato a Roma per effettuare la terapia. Il farmaco, però, l’abbiamo comprato comunque qui a Brindisi. Pertanto la Regione Puglia deve continuare a investire su questa terapia, che evita i costi della mobilità passiva dei pazienti».

Un concetto condiviso da Giovanni Gorgoni, direttore generale dell’Aress e già commissario straordinario dell’Asl di Brindisi. «Da commissario – ha sottolineato – ho seguito l’ultimo miglio di questo percorso. Non si tratta di una delle tante tecniche innovative: siamo davanti allo snodo per la cura del cancro. Da qui parte il futuro. Con l’intelligenza artificiale sarà possibile abbattere i tempi per valutare l’efficacia delle terapie. È il tipico caso in cui occorre investire adesso per raccogliere i benefici nel futuro, anche in termini di sostenibilità finanziaria, che non può essere valutata sul breve termine». E in un futuro prossimo «questa terapia – ha preannunciato il direttore generale dell’Asl di Brindisi, Maurizio De Nuccio – potrà essere applicata per altre patologie oncologiche».

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