Bitonto, l’ex ospedale chiude per pochi accessi. Picaro: «Il vero problema è la disorganizzazione»

I timori di questa estate potrebbero diventare certezze: la Regione Puglia ha deciso che chiuderà definitivamente il Punto di Primo Intervento di Bitonto. Lo ha detto chiaramente il dottor Di Bello della Asl di Bari intervenuto in Commissione Sanità su mia richiesta, ribadendo che la delibera del 27 luglio scorso in realtà riprende una decisione della Giunta regionale presa nel 2016.

A margine della Commissione Sanità, alla Regione Puglia, interviene il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Bari di Fratelli d’Italia, Michele Picaro.

«Secondo il dirigente della Asl, infatti, in questi anni il Ppi di Bitonto non ha registrato i requisiti previsti per tenerlo aperto: vale a dire i 6.000 accessi l’anno. Nel 2022 ne avrebbe registrati 4.200 (peccato che a noi ne risultano 4.852 ma non vogliamo fare polemica su questo). Per cui vista la carenza di medici ai Pronto Soccorso degli ospedali, la Asl, ritiene che non sia possibile mantenere aperto un ppi che richiede, per tenerlo aperto, 5 medici a disposizione (che non ci sono) e quindi 5 medici da togliere dai pronto soccorso degli ospedali vicini per far fare 720 ore di straordinario al mese. È vero i numeri sono numeri – dice il consigliere Picaro – ma potrebbe esserci una motivazione se sono tali: se la persona che si sente male (un infartuato o un traumatizzato per esempio) sanno che andando al Ppi di Bitonto non riceve l’assistenza minima dovuta (prelievi del sangue, radiografie, tac per esempio) è evidente che preferisce andare al pronto soccorso del vicino ospedale San Paolo. La stessa scelta la fanno le autoambulanze. Il risultato? Un intasamento del pronto soccorso del San Paolo anche per interventi che avrebbero potuto risolversi al Ppi di Bitonto. Così si spiegano i ‘soli’ 4.200 accessi. Un gatto che si morde la coda e che riguarda anche il Pta (Presidio Territoriale di Assistenza) dotato di laboratorio analisi, di apparecchi di radiologia e tac che praticamente non vengono usati. Al contrario di quanto avviene in altri Pta, è come se in Puglia ci fossero anche in questo caso Pta di serie A e Pta di serie B. Quindi è evidente che vi è una carenza di medici, ma è pur vero che vi è una mega disorganizzazione della gestione sanità. Per questo ho chiesto ai dirigenti della Asl intervenuti – aggiunge il consigliere regionale di Fratelli d’Italia – di rivedere la decisione di chiusura del Ppi, ma anche di formulare un’alternativa che sia davvero degna di questo nome. E l’alternativa non può essere l’automedicalizzata perché, come è emerso oggi in Commissione, sulla stessa non si riesce sempre a garantire la presenza di un medico, oltre al fatto che questa alternativa ridurrebbe l’offerta sanitaria oggi comunque garantita. Infine, le motivazioni della Asl di natura meramente contabile non possono soddisfarci, né la Sanità può essere gestita solo con i numeri, per questo oggi l’assenza dell’assessore Palese si è avvertita di più. La politica ha esattamente il compito di garantire i servizi essenziali creando la migliore organizzazione. Questa oggi non si è vista – conclude Picaro – e Fratelli d’Italia sarà al fianco dei bitontini per difendere la propria salute in tutte le sedi».

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