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Bari, l’ospedale “San Paolo” secondo in Italia per il più basso tasso di mortalità post infarto

L'ospedale "San Paolo" di Bari è secondo in Italia per il più basso indice di mortalità a 30 giorni da un infarto acuto del miocardio. È quanto emerge dal report del Programma nazionale esiti (Pne) 2023 di Agenas che riconosce ottimi risultati anche al dipartimento cardiologico della Asl di Bari. I dati fanno riferimento al…

L’ospedale “San Paolo” di Bari è secondo in Italia per il più basso indice di mortalità a 30 giorni da un infarto acuto del miocardio.

È quanto emerge dal report del Programma nazionale esiti (Pne) 2023 di Agenas che riconosce ottimi risultati anche al dipartimento cardiologico della Asl di Bari.

I dati fanno riferimento al 2022 e l’Agenas ha preso in considerazione oltre 200 ospedali in cui vengono trattati almeno 150 casi. Al “San Paolo” il tasso di mortalità è del 2,78%, molto al di sotto della media nazionale pari al 7,69%.

Un indice che denota la capacità di garantire standard qualitativi di sicurezza e assistenza ospedaliera nel trattamento di pazienti colpiti dalla patologia cardiovascolare.

Anche nel volume di interventi le unità operative cardiologiche della Asl si distinguono, se si considera l’ambito regionale: dei 1600 infarti trattati presso le cardiologie pubbliche e private della provincia di Bari, oltre la metà (830) sono stati seguiti presso le Cardiologie aziendali con un livello alto di performance. E gli stessi pazienti sono stati sottoposti a trattamento riperfusivo attraverso angioplastica in tempi brevissimi, nel 70% circa dei casi, con una percentuale superiore alla media nazionale (51%).

Altrettanto significativi i dati relativi ai ricoveri dei pazienti con insufficienza cardiaca: 3500 ricoveri in provincia di Bari , di cui circa la metà con una mortalità a trenta giorni ed un tasso di reospedalizzazione in linea con la media nazionale.

«Questi risultati – commenta Pasquale Caldarola, direttore del Dipartimento cardiologico della Asl – sono dovuti all’organizzazione dipartimentale di cui si è dotata l’azienda che consente una adeguata integrazione tra centri Hub e centri Spoke e che ha da tempo attuato un percorso di presa in carico dei pazienti, che, dopo eventi acuti, sono seguiti in sinergia dai cardiologi ospedalieri e territoriali».

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