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Bari, al Policlinico impiantata una protesi del polso a un 57enne: è il primo intervento al Sud Italia – VIDEO

Un uomo di 57 anni potrà tornare a muovere regolarmente il polso grazie alla protesi che gli è stata impiantata al Policlinico di Bari. Si tratta del primo intervento del genere eseguito al Sud Italia dall'équipe del professor Giuseppe Solarino, direttore dell'unità operativa di ortopedia e traumatologia dell'azienda ospedaliero universitaria barese. Il 57enne, grazie all'impianto…

Un uomo di 57 anni potrà tornare a muovere regolarmente il polso grazie alla protesi che gli è stata impiantata al Policlinico di Bari.

Si tratta del primo intervento del genere eseguito al Sud Italia dall’équipe del professor Giuseppe Solarino, direttore dell’unità operativa di ortopedia e traumatologia dell’azienda ospedaliero universitaria barese.

Il 57enne, grazie all’impianto della protesi di ultima generazione, ha recuperato la piena funzionalità dell’articolazione. Il paziente si è rivolto alla clinica ortopedica in seguito a una frattura mal curata dello scafoide della mano che a distanza di anni, oltre al dolore, lo stava portando all’immobilità completa del polso.

Tra le opzioni di trattamento quella più indicata e concordata dall’équipe del professor Solarino con il paziente è stata l’impianto di una protesi che gli ha permesso di recuperare a pieno il movimento.

«Oltre alla chirurgia protesica di anca, spalla e ginocchio, che nel primo quadrimestre del 2024 ha avuto un incremento del 30%, abbiamo avviato da tempo al Policlinico di Bari un percorso importante sulla chirurgia protesica della mano», afferma il professor Solarino, che evidenzia come quello sul 57enne sia il primo intervento eseguito al Sud Italia in un ospedale pubblico.

«Il paziente ci ha chiesto un’opzione che potesse cercare di ripristinare quanto più possibile il movimento», aggiunge il chirurgo ortopedico Francesco Rifino che ha seguito l’intervento. «Abbiamo optato per una protesi con un fulcro mobile in cromo-cobalto e due steli in titanio rivestiti in bonit nel terzo metacarpale e nella porzione distale del radio – spiega -. Il paziente dopo l’intervento ha dimostrato una buona risposta anche nella fase riabilitativa e ormai riesce a muovere l’arto senza più dolori e nessuna limitazione alla sua attività lavorativa», conclude Rifino.

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