Due piccoli robot digitalizzeranno e classificheranno gli spot ematici nel centro screening neonatale dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari.
È in fase di programmazione, infatti, l’ultimo elemento del nuovo laboratorio di patologia clinica che da gennaio effettua lo screening super esteso di 61 malattie metaboliche e genetiche su tutti i nati in Puglia. I due robot andranno a completare la modernissima dotazione tecnologica di cui è dotato il laboratorio di patologia clinica neonatale.
«Da gennaio grazie all’approvazione dello screening super esteso siamo in grado di completare le analisi entro 24-48 ore dall’arrivo dei cartoncini e comunicare al centro clinico di provenienza l’eventuale positività», spiega la dottoressa Simonetta Simonetti, responsabile dell’unità operativa semplice dipartimentale patologia clinica e screening neonatale del Giovanni XXIII.
In ciascuna neonatologia pugliese, infatti, si prelevano dal tallone del neonato poche gocce di sangue, che vengono fatte assorbire su un cartoncino (dryed blood spot, dbs), che riporta l’anagrafica del bambino. Gli spot ematici dbs vengono poi inviati con un servizio di trasporto dedicato al centro screening del pediatrico di Bari.
Qui, dopo l’accettazione, il compito del robot sarà quello di scansionare e classificare i cartoncini contrassegnati da un barcode che corrisponde all’identità e attraverso il quale sarà possibile risalire a tutti i risultati delle analisi.
Le nuove apparecchiature acquistate con i fondi Fesr-Fse 2014/2020 permettono di fare tutte le procedure e le analisi il più velocemente possibile, con la massima accuratezza e senza interruzioni.
Il pediatrico di Bari ha ora quattro spettrometri di massa tandem e in poche ore è in grado di escludere le 40 malattie metaboliche congenite o richiedere rivalutazioni o approfondimenti.
Nei casi in cui venga confermata la diagnosi di malattia metabolica congenita, il neonato viene preso in carico dall’Unità operativa di malattie metaboliche del Giovanni XXIII.
«L’obiettivo è quello di diagnosticare subito queste patologie prima che compaiano segni clinici e avviare i neonati alla terapia», conclude Simonetti.
Intanto in questa fase di test si sperimentano anche altri impieghi del piccolo robot interattivo Aphel che nell’adiacente sala d’attesa dell’ambulatorio prelievi potrebbe interagire “giocando” con i bambini distraendoli dal sempre ostico momento che precede il prelievo ematico.