Azioni penali contro i medici, Anelli chiede lo “scudo” «per arginare denunce infondate»

«Bisogna ridurre la possibile azione penale verso i medici sulla scorta dell’esperienza dello scudo penale attivato durante la pandemia, in modo da arginare le denunce infondate ed evitare che ogni atto medico venga contestato e impugnato per ricavare un vantaggio economico». Ad affermarlo è il presidente nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, intervenuto a Bari durante il convegno “Responsabilità professionale medica. Quale futuro?”.

«Oggi i medici, insieme ai giuristi – aggiunge Anelli -, stanno dando un contributo importante per riscrivere le regole della responsabilità professionale medica. La Fnomceo ha avuto un’audizione in Commissione e ha attivato iniziative come il convegno di Bari per far emergere le criticità che inducono molti medici ad abbandonare la professione e le strutture ospedaliere e individuare possibili soluzioni».

Di responsabilità professionale medica, scudo penale, depenalizzazione e lite temeraria si sta occupando la Commissione ministeriale per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica, presieduta da Adelchi d’Ippolito.

Tra le soluzioni ipotizzate per abbattere il numero delle denunce, la Commissione sta valutando la possibilità di dare maggior vigore all’istituto della lite temeraria, con un’eventuale pena pecuniaria, e la querela con consulenza che prevede l’obbligo di sostenere la denuncia del cittadino con il parere di un tecnico.

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