Azienda zero in Puglia, ok dalla Giunta ma per il ddl la strada è in salita

C’è un sostanziale parere favorevole del governo regionale sull’istituzione dell’azienda zero in Puglia. È emerso ieri in Commissione regionale Sanità durante l’audizione dell’assessore alla Salute, Rocco Palese, e del capo Dipartimento, Vito Montanaro. Il cammino, tuttavia, resta in salita tanto che l’approvazione di un testo di legge è stata rinviata di due settimane per ulteriori approfondimenti. L’unico dato certo è il segnale politico lanciato dalla maggioranza al gruppo di Azione che un anno fa abbandonò polemicamente il centrosinistra regionale restando fuori dai giochi nel rinnovo di metà mandato nelle otto Commissioni consiliari in programma il 16 novembre.

In attesa di novità sul possibile rientro, magari coinvolgendo Azione con un assessorato, restano sul campo due proposte di legge in favore dell’Azienda zero, una a firma del consigliere Fabiano Amati (capogruppo di Azione) che ne ha fatto un cavallo di battaglia, e l’altra, per non essere da meno, dell’opposizione a firma di Francesco Ventola (capogruppo di Fratelli d’Italia). A ciò si aggiunge una delibera di giunta approvata a dicembre 2021 che indica la stessa direzione dell’azienda unica al posto delle sei Aziende sanitarie provinciali attuali, in particolare per accentrare tutte le attività non connesse all’assistenza sanitaria come le assunzioni di personale, la realizzazione dei lavori o l’acquisto di beni e servizi. Nella seduta precedente l’assessore Palese aveva ribadito la ferma volontà di procedere in continuità con la delibera regionale che vede nell’Azienda zero lo strumento privilegiato per rendere efficiente il sistema sanitario. E prima dell’aggiornamento ha assicurato limature ai testi esistenti per presentarne uno finale da condividere in Commissione. Tuttavia non sarà semplice passare dalle parole ai fatti. A mettere in guardia sugli intoppi disseminati sul cammino è stato Montanaro, che ha espresso parere negativo sulla parte finanziaria delle proposte di legge. Secondo Montanaro, infatti, l’Azienda zero comporterà nuove spese incompatibili con il bilancio sanitario pugliese a dir poco risicato e considerando il cappio al collo del piano operativo. Montanaro, in pratica, non ha eccepito il merito delle proposte, ma il percorso da seguire e la spada di Damocle dei Ministeri di Salute e Finanze che dovranno esaminare la costituzionalità della futura legge pugliese su Azienda zero. Non a caso nei mesi scorsi c’è stato un precedente specifico quando il Governo centrale ha impugnano altre due leggi pugliesi simili per la costituzione di due nuove aziende sanitarie, l’una per controllare l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, l’altra a capo del “San Cataldo”, il nuovo nosocomio in costruzione a Taranto.

Sul punto, durante la riunione della Commissione è intervenuto lo stesso proponente, il consigliere Amati, contestando l’intervento di Montanaro: «L’argomento è poco convincente, ha eccepito Amati, anche perché la nostra proposta è praticamente a costo zero considerando che la nuova azienda unica potrebbe nascere anche sotto un organismo esistente, ad esempio l’agenzia sanitaria regionale». Poi Amati ha rilanciato: «Se proprio ci sono difficoltà – ha detto il consigliere regionale di Azione – possiamo procedere anche solo alla centralizzazione di alcune attività: gestione del personale e acquisizione di beni e servizi». Fra 15 giorni la decisione finale in attesa della quale lo stesso Amati ha commentato così: «È un’ottima notizia il parere favorevole della Giunta regionale ad avviare Azienda zero entro le prossime due settimane. Che ciò avvenga approvando la nostra proposta di legge oppure modificandola, presentando un altro testo o un atto amministrativo, è del tutto irrilevante e ci vedrà ampiamente collaborativi».

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