Tempi di silenzio per i cittadini che, come le stelle di Cronin, stanno fermi a guardare. O meglio a rimuginare i tempi di quando si stava peggio e in realtà si stava meglio, di quando c’era Andreotti e Berlusconi (ci siamo già con questo ricordo), di quando le cose andavano meglio. Cittadini del sud, cittadini di Bari: dove siete? Quale lo sguardo vostro su questa città che cambia così repentinamente, che si aggiorna e ci chiede di cambiare, di adattarci con intelligenza al turismo, ai nuovi giovani, alla movida, alle nuove strade, alla nuova mafia, alle nuove tensioni che muovono la realtà (e guai se non lo facessero)? Comincia di qui, da oggi, una rubrica di piccole pillole scritte da cittadini “attivi”, ovvero da chi guarda e vuole condividere analisi, proposte, idee, riflessioni. Piccoli percorsi di pensiero per fare community, per ripensarsi attivi e non passivi nella realtà politica in cui viviamo, operiamo, abitiamo, votiamo. Noi ci siamo, cittadini. E voi?
stanno avvenendo, nella nostra società, cambiamenti molto rilevanti nell’ambito delle strategie per lo sviluppo: si sta passando dall’industrializzazione calata dall’alto alla promozione e valorizzazione delle risorse locali.
Spesso, anche in televisione, vengono presentate realtà in cui, partendo dalla passione per la natura, per la conoscenza e per la bellezza del nostro paese, sono state investite energie e saperi per generare produzioni di qualità e itinerari di elevato interesse storico e culturale, creando lavoro e diffondendo benessere.
Nell’ambito della socialità invece non è ancora adeguatamente maturata, nelle nostre Comunità, la consapevolezza dell’importanza dei cittadini: siamo tutti risorse umane di grande valore perché’ in grado di contribuire a migliorare qualità della vita nelle città. Le persone fanno quotidianamente la differenza nei luoghi di vita, basti pensare a quanto la diffusione del senso civico e, ancora di più, l’assunzione di responsabilità sociali possono contribuire a rendere gli ambienti più puliti, più vivibili, più amichevoli, più accoglienti, più solidali.
Bisognerebbe investire in campagne di evoluzione culturale che, oltre a far capire e a diffondere la necessità di rispettare le regole della convivenza civile, stimolino tra i cittadini l’assunzione di un’ambizione speciale, quella di essere soggetti socialmente attivi, persone in grado di andare oltre sé stesse nella vita, di non fermarsi a sottolineare le cose che non vanno, ma in grado di individuare come dare il proprio contributo per produrre cambiamento.
Secondo Giovanni Falcone «Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere».