La farmacia della natura: i rami di verbena per la dea della gioia

Con l’inizio del nuovo anno, alle calende di gennaio, gli antichi Romani per tradizione si scambiavano come doni, che chiamavano strenne, dei rami di verbena, che in origine venivano presi dal bosco consacrato alla dea Strenna, divinità di origine sabina, dispensatrice di fortuna e felicità. Questa pianta, che la tradizione vuole sacra a Venere ed infatti le spose giungevano alla cerimonia con corone di verbena, è molto comune: fusto ruvido, fiori poco profumati e cresce sui cigli delle strade. Era usata nei riti purificatori degli altari, mentre secondo la cultura contadina antica aveva la proprietà di depurare il corpo e di allontanare i pensieri dalla mente.

Recuperando queste ataviche tradizioni la possiamo utilizzare per disintossicare il nostro organismo, dopo i pranzi e i cenoni dei giorni passati. La sua ricchezza di principi attivi le conferisce notevoli virtù terapeutiche, ed in particolare la verbenalina è efficace per contrastare stress, insonnia e stati infiammatori. Una tazza di tisana al risveglio ed una prima di dormire avrà una duplice azione: da un lato inizierà il nostro percorso detox post festività natalizie, dall’altra calmerà la mente, che durante i mesi invernali è sottoposta a molteplici stimoli. Per potenziarne l’azione depurativa andrebbe addolcita con un cucchiaino di miele di corbezzolo, dal caratteristico colore ambrato, sapore amarognolo e profumo deciso. Non dimentichiamoci, però, delle virtù terapeutiche e disintossicanti che possiedono i vari tipi di tè, ed in particolare per questo periodo sarebbe utile, la verietà oolong, la cui fermentazione parziale la pone a metà tra quello verde e quello nero, mantenendo le proprietà antiossidanti del primo e quelle stimolanti del secondo. Come tutti i derivati della camelia sinensis, anche questo è una vera è propria farmacia naturale, contenendo quercetina che ha un’azione sui radicali liberi e caffeina, teofillina e catechine, le quali, aumentando il metabolismo, agiscono sul peso corporeo. Studi recenti hanno evidenziato anche un’efficacia sulla riduzione dell’ipercolestrolemia.
E passiamo ad un macerato glicerico, ovvero la betulla pubescens, la cui azione diuretica, depurativa e antinfiammatoria sarà fondamentale in questo periodo dell’anno e che si esplica in modo specifico sulla triade: reni, intestino e pelle. Quaranta gocce al giorno in poca acqua possono essere sufficienti. Una curiosità: la betulla oltre ad essere considerata dagli Estoni la personificazione della patria, per gli sciamani siberiani è l’albero cosmico, che consente la discesa agli inferi e la risalita cielo.
Ovviamente in un percorso detox, non può mancare un’azione specifica sul fegato, poiché un suo cattivo funzionamento non permette l’eliminazione delle scorie metaboliche. Per agire a questo livello, useremo una preparazione di cynara (carciofo), tarassaco e fumaria in tintura madre da assumere in mezzo bicchiere di acqua prima di pranzo e cena. L’azione sinergica di queste piante determina un drenaggio più energico del fegato, agendo anche su colesterolo e trigliceridi. Una curiosità: durante il Medio Evo le ragazze non potevano mangiare i carciofi, in quanto si riteneva che questi avessero proprietà afrodisiache!
In conclusione un’occhiata alla dieta: nel prossimo mese ricorda di associare sempre verdure a foglia verde, che sono ricche di acqua e quindi ottime per questa fase detox, a quelle rosse, blu e viola che apportano flavonoidi utili per stimolare il micro-circolo. Consuma cereali integrali e arricchisci ogni pasto con delle insalate, privilegiando il finocchio e il sedano, che sono alimenti ricchi di potassio, un minerale estremamente utile nel drenaggio dei liquidi. Un’ultima indicazione: attento al sale, il sodio trattiene i liquidi e può causare ipertensione.

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