Per insonnia intendiamo un’insufficiente durata del sonno o una sua insufficiente continuità. La diagnosi può essere effettuata se tale disturbo persiste da oltre ventuno giorni e può essere un sintomo di svariate problematiche di varia natura. Inoltre bisogna prendere in considerazione anche la qualità del sonno, in base a quanto il soggetto si sente riposato al risveglio.
La Medicina Naturale offre un ampio ventaglio di possibilità terapeutiche. In ambito fitoterapico spicca la valeriana che secondo l’EMA, ovvero l’Agenzia Europea per i Medicinali, risulta efficace “nel ridurre il tempo di latenza necessario ad addormentarsi, nel ridurre la frequenza dei risvegli notturni, nel prolungare la durata del riposo notturno, migliorando la sua qualità, e conseguentemente, il benessere dell’individuo durante la giornata”. Altre piante utili sono la passiflora, il biancospino, la melissa, e l’escolzia. Ognuna ha una sua particolare indicazione, vediamola. In caso di stress, surmenage psicofisico, ansia o durante la menopausa scegli la passiflora, se prevale invece la sintomatologia cardiaca come sensazione di cardiopalmo, tachicardia o in soggetti ipertesi meglio il biancospino. Prendi in considerazione la melissa se l’insonnia è accompagnata a disturbi della sfera digestiva o ad alterazione dei normali ritmi biologici con sensazioni di “fame notturna” che impedisce l’addormentamento e rende nervosi, irrequieti ed agitati. Se invece è l’induzione al sonno difficile l’escolzia può essere un valido supporto, che migliorerà anche altre problematiche, quali i risvegli e gli incubi.
Ma cosa significa questo disturbo dal punto di vista simbolico. Certamente è una difficoltà a lasciarsi andare, una resistenza nel permettere al mondo di fluire, e ci si aggrappa con tutte le forze al proprio Io cosciente non consentendo all’Anima di espandersi. Gli antichi paragonavano il sonno alla morte, e l’insonne “non vuole morire”, non vuole accettare che le cose cambino, che le situazioni evolvano, che tutto scorre come sosteneva Eraclito. E allora l’ultimo tentativo per restare agganciati alla realtà e quello di non consentire al proprio mondo di svanire del tutto, ingoiato dalle tenebre amiche di Morfeo, per questo a volte lascia la luce accesa, o tiene la televisione accesa. Ma questo stratagemma consente anche di “illuminare il buio”, di vedere che cosa contengono le ombre, di non abbandonarsi completamente ad una dimensione fuori controllo, che potrebbe farlo perdere tra i labirinti dell’Anima.
Heidegger sosteneva che la paura ha la necessita di un suo oggetto interno, il terrore invece no. Nell’insonne convivono in uno stato embrionale entrambi questi aspetti.
Cosa c’è dentro il buio? Cosa determina quelli scricchiolii degli armadi che le tenebre proteggono, rendono sinistri e che nella mente del bambino diventano mostri? Ma siamo sicuri che quei mostri non sono stati conservati in qualche matrioska dell’Anima ed una volta adulti non ci vengono a cercare nel cuore della notte?
Anche l’omeopatia può essere una strategia terapeutica estremamente efficace. Se l’addormentamento è ostacolato da una eccessiva attività mentale, con i pensieri che continuano a fluire impetuosi come un fiume in piena, scegli coffea cruda, in presenza di una notizia, buona o cattiva, che catalizza la tua attenzione e non ti permette di abbandonarti al sonno, allora è indicata ignatia amara.
Per i soggetti stressati da tanto lavoro e che magari hanno anche fatto abuso di nervini, la soluzione è nux vomica. Anche l’eccessiva attività sportiva può essere un impedimento ad un riposo soddisfacente e rendere difficile l’addormentamento. In quel caso è utile arnica montana. Anche un nutraceutico e un fiore di Bach possono essere molto utile, scegli il magnesio e white chestnut.