La farmacia della natura: contro i dolori mestruali c’è la pianta di Afrodite

La dismenorrea si manifesta con un dolore in sede addomino-pelvica e accompagna o precede il flusso mestruale. È un disturbo estremamente frequente che riguarda oltre il 50% delle donne in età riproduttiva, con un picco di quasi il 90% tra le ragazze sotto i venticinque anni. La sintomatologia, che consiste in dolori addominali di tipo crampiforme accompagnati eventualmente da nausea, vomito, cefalea, episodi lipotimici e sbalzi d’umore, solitamente si manifesta da qualche ora prima la comparsa del flusso e dura per uno o due giorni.

Il ciclo mestruale femminile è di ventotto giorni, quanto quello lunare, e rappresenta una vera e propria connessione cosmica, che dal punto di vista simbolico può essere interrotta, quando la donna individua nelle mestruazioni un impedimento alla propria attività sociale e non come la manifestazione visiva della dea che la abita. A livello profondo c’è una sorta di archetipo che vede in ognuna rappresentata una divinità: da Artemide ad Afrodite, da Era a Estia, da Demetra ad Atena. Rispettare il Tempo, permette a questo mito di essere presente nella quotidianità, di viverlo, di lasciarlo fluire, senza corse affannate in un carosello sempre uguale a se stesso. La donna che soffre di dismenorrea spesso non accetta la propria sacralità, la vede come un impaccio al lavoro, ai figli, alla palestra, alla socialità intesa nel senso più ampio del termine. A volte invece, specie nel caso della ragazza, c’è una sorta di senso di colpa per avere lasciato quella sorta di età dell’oro che è il periodo prepuberale. L’essersi trasformata in donna viene vissuto con ansia e preoccupazione. Quel flusso mensile le ricorda che la sua sessualità è matura e specie se un’educazione rigida le ha raccontato che una “brava bambina” si tiene lontana dai piaceri erotici, la conduce ad un corto circuito psichico che oscilla tra i desideri sessuali e un Super Io rigido.
Sicuramente l’omeopatia può essere un valido supporto per questo tipo di disturbo. Scegliamo colocynthis quando i dolori sono violenti e crampiformi. Il soggetto preferisce la posizione fetale e il caldo e la pressione sull’addome migliorano la sintomatologia. Actea racemosa è utile nel caso in cui si associa anche cefalea e dolorabilità mammaria, specialmente a sinistra. Se le mestruazioni oltre a essere dolorose sono anche abbondanti preferiremo secale cornutum in presenza di coaguli neri e maleodoranti, sabina se invece sono rosso vivo. La sintomatologia vagale può essere migliorata attraverso l’utilizzo di veratrum album, mentre la componente emozionale e umorale avrà un sicuro benificio da ignatia amara. Molto utili sono anche i gemmoterapici. Un’ottima sinergia e data dal rubus idaeus e dalla tilia tomentosa. In questo modo agiremo con un’azione antispastica direttamente a livello uterino, in virtù delle proprietà miorrilassanti del lampone e sfrutteremo anche quelle sedative e neurodistoniche del tiglio. Storicamente questa pianta è sempre stata legata alla femminilità, basti pensare che per i greci era sacra ad Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, per i germani, invece, a Freia, la dea della fertilità. Inoltre presso alcune culture, come ricorda Ovidio attraverso il mito di Filemone e Bauci, rappresenta il simbolo dell’amore coniugale.
Non dimenticare la coccola serale con la solita tisana. Usa una miscela composta da sommità fiorite di achillea millefolium, da fiori di calendula officinalis e camomilla romana in uguale proporzione. Lascia in infusione almeno quindi minuti e filtra. Prima di bere aggiungi quattro gocce di un’essenza floreale di Bach: chicory. Questo fiore è utile per tutti i disturbi ginecologici. Ultimo consiglio: quindici giorni prima della presunta data della mestruazione, assumi un integratore di magnesio per due volte al giorno.

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