Chi è l’uomo-iguana? Prima di rispondere a questa sconcertante domanda facciamo un breve viaggio nella biologia maschile e femminile per scoprire le grandi differenze, che in qualche modo sono anche responsabili dei diversi comportamenti. Il sistema riproduttivo maschile si basa su un gran numero di cellule, piccole, mobili e numerose che si riproducono molto rapidamente. Quello femminile invece consta di cellule più voluminose e meno abbondanti. Questa differenza sta alla base di quello che porterà i due sessi ad atteggiamenti diversi, ma il cui fine è il medesimo: ovvero il successo riproduttivo per consentire di rendere immortali i propri geni. Quindi vedremo gli animali di sesso maschile impegnarsi in corteggiamenti ripetuti e plurimi, in coiti frequenti con diverse femmine e mostrare atteggiamenti aggressivi nei confronti di altri maschi desiderosi di raggiungere lo stesso obiettivo. Le femmine di molte specie, invece, tendono a selezionare il partner per ottenere il miglior patrimonio genetico per la propria prole e mentre il maschio cercherà altre compagne fertili, lei porterà avanti gravidanza, allattamento e cure materne: tutte attività estremamente dispendiose in termini di tempo e di energia, riservando l’aggressività soltanto per la difesa della prole. Come effetto di questa differenza, la sessualità di animali ancora primitivi come i rettili, è caratterizzati da maschi che esercitano la loro dominanza attraverso un’aggressività sessuale che vede le femmine incatenate da emozioni forti come paura e sottomissione. E questo viene ben documentato dal fatto che normalmente all’arrivo del maschio, la femmina scappa, evento che non succede quando questa è in calore, rimanendo invece immobile. Lui l’afferra con le fauci alla base del collo, per tenerla ferma al suolo, e la monta.
A questo punto lasciamo il regno animale e spostiamo l’attenzione sul cervello umano, composto da tre formazioni sovrapposte: il cervello rettiliano, il limbico e la neocorteccia. Queste tre strutture coesistono e funzionano contemporaneamente in quello che fu definito il cervello uno e trino. Significa che la parte più primordiale, evolutasi oltre cinquecento milioni di anni fa e strettamente connessa all’aggressività, alla violenza, alle pulsioni disagreganti e distruttive, convive in noi insieme a quella parte nuova, datata duecento milioni di anni e che differenzia l’Homo Sapiens dalle altre specie.
Ritorniamo all’uomo-iguana: chi è quindi costui? È un soggetto bloccato in una sessualità senza affetti, basata sulla supremazia e sull’affermazione dell’Io, con tendenze violente e narcisiste. Contrariamente da quanto sostenuto da alcuni, gli affetti non derivano dalla sessualità, ma c’è una profonda tendenza sociale dai primi atti della vita umana a cercare rapporti di attaccamento, che saranno con la madre o con una figura di riferimento. È questo il punto di partenza per strutturare legami in cui sessualità ed affetti si fondono completamente. Nell’antica Persia quando due giovani si sposavano si avvicinavano lentamente l’uno all’altro ed invece di guardarsi negli occhi, il loro sguardo era diretto in uno specchio posto di fronte a loro. Le nozze che celebravano erano valide non solo in questo mondo, ma anche in quello dentro lo specchio, ovvero il regno dello spirito, dove la materialità lascia al posto alla pura essenza.
Allora scegliamo una sessualità autentica, senza violenza o sottomissione, senza paura ed aggressività, dove per dirla con il poeta inglese Alfred Tennyson: “(l’uomo e la donna) si elevano o si abbassano insieme, entrambi pigmei oppure simili a Idii, schiavi o liberi insieme”. Può l’omeopatia aiutare l’uomo-iguana? Nux vomica è il medicinale di riferimento, per lasciarsi alle spalle un mondo primordiale ed evolvere nei sentimenti.