La Farmacia della Natura: benessere e felicità vengono dall’intestino

Era il 1998 quando il dottor Michael Gershon elaborò la teoria del secondo cervello il quale, posizionato nell’intestino, sarebbe formato da centinaia di milioni di neuroni e cioè un numero maggiore di quelli situati nel midollo spinale e nel sistema nervoso periferico. Per essere più chiari, possiamo dire che il cervello intestinale umano ha la stessa dimensione e complessità del cervello di un gatto.

Già a fine XIX secolo, però, alcune osservazioni avevano evidenziato un complesso «meccanismo nervoso locale» all’interno dell’intestino dei cani, il quale continua a funzionare e digerire cibi anche dopo che i nervi provenienti dal midollo spinale erano stati recisi. Il dottor Bayliss e il dottor Starling, responsabili della scoperta, avevano attribuito questo fenomeno alla capacità di funzionare autonomamente del plesso intrinseco di cellule e fibre nervose che si trovano in tutto il sistema viscerale e, nel 1907, il dottor Byron Robinson, autorevole ricercatore dell’epoca, descriveva in un testo di oltre 700 pagine e 200 illustrazioni il sistema nervoso enterico.
Ma è solo con Gershon, agli albori di questo secolo, che nasce quella che da alcuni viene definita neurogastroenterologia. Rivoluzionari ed illuminanti alcuni passaggi del testo: «Il cervello intestinale svolge un ruolo importante nella felicità e nell’infelicità umana. (…) potrebbe essere in grado di ricordare, e, a quanto pare, costituire la matrice psicologica dell’inconscio». A questa visione si può collegare una lettura psicosomatica che vedrebbe il cervello intestinale, ormai noto come secondo cervello, portare con sé le memorie di come si è sviluppato l’apprendimento del controllo degli sfinteri del bambino: quindi orgoglio o disgusto. Prevale il primo se la quotidiana evacuazione è stata accompagnata da un senso di gratificazione per aver raggiunto l’obiettivo da parte dei genitori, disgusto se gli è stato insegnato che il materiale fecale è solo “cacca”. Dal punto di vista evoluzionistico, però, dobbiamo dire che è dal Pleistocene che intestino e cervello si fanno la guerra perché, passando dall’Australopithecus all’Homo sapiens, nei secoli si è ridimensionato l’intestino attraverso modificazioni della cassa toracica fino a raggiungere quella attuale a forma di imbuto rovesciato, lasciando immutate le dimensioni degli altri parenchimi nobili quali cuore, fegato e reni. La specie umana è diventata Sapiens, encefalizzando la propria evoluzione, infatti dedica circa il 25% del proprio metabolismo all’attività cerebrale a differenza dei primati non umani per i quali è solo il 10%. Carl Gustav Jung ricordava spesso che un giorno un indiano Pueblo gli spiegò che tutti gli americani sono pazzi. Il motivo? Perché affermano di pensare con la testa, nessun uomo sano di mente pensa con la testa, ma con la pancia! Probabilmente loro avevano già contezza della saggezza del secondo cervello, che oggi sappiamo essere la maggior fonte di serotonina, il neurotrasmettitore della felicità, del buon umore e del benessere spirituale, in quanto regola lo stress, interagendo con altri neurotrasmettitori associati ad ansia, angoscia, paura e aggressività. Infatti questa preziosissima sostanza viene prodotta per il 90% nella nostra pancia!
E allora manteniamolo in salute quest’organo fondamentale. E facciamolo con un medicinale omeopatico di largo uso e con un grande spettro d’azione: nux vomica. Il suo utilizzo consente un efficace reset intestinale in caso di disbiosi complicate da stipsi con stimoli inefficaci o da diarrea con piccole scariche, ma anche allevia le cefalee postprandiale, spesso causate da abusi alimentari, senza dimenticare la sua azione sullo stress e l’insonnia in soggetti, ansiosi, impazienti, irritabili, in pieno surmenage psicofisico. Non dimentichiamo i probiotici!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version