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Zes Unica, già stanziati 2 miliardi: «Serve monitoraggio costante». Puglia tra le prime per investimenti

La Puglia si piazza fra le prime tre regioni del Mezzogiorno per investimenti legati alla Zes Unica. Il 18,05% delle richieste di credito d’imposta, pari a circa 450 milioni su oltre 2,5 miliardi totali, riguarda proprio il territorio pugliese. Segue, a distanza, la Basilicata, che pur non raggiungendo le stesse cifre, mostra segnali incoraggianti, soprattutto nelle aree industriali del Materano e nel Vulture-Melfese. È il primo effetto concreto del Piano strategico Zes Unica, varato a fine 2024, che punta a semplificare la vita delle imprese e ad attrarre capitali nel Sud.

Il funzionamento

Il piano, che coinvolge otto regioni meridionali (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) si regge su due strumenti principali: il credito d’imposta e lo sportello unico digitale Sud Zes. Obiettivo è quello di trasformare il Mezzogiorno in un polo competitivo, invertendo una tendenza decennale fatta di emigrazione, disoccupazione e deindustrializzazione. I primi numeri sembrano premiare le regioni più pronte. La Campania guida con oltre il 35% delle domande, seguita dalla Sicilia (21,38%) e dalla Puglia. Ma è il dato pugliese a sorprendere per dinamismo: tra le province più attive ci sono Taranto, Bari e Lecce, spinte da progetti industriali e logistici, anche legati alla transizione energetica. Più contenuti, ma significativi, anche gli investimenti previsti in Basilicata, dove si torna a parlare di reindustrializzazione dopo anni di silenzio.

Il portale

Nel frattempo, Sud Zes, il portale unico per l’avvio delle attività nelle zone economiche speciali, è operativo da marzo 2024. Secondo la Corte dei conti, che ha recentemente approvato una Delibera interlocutoria, il nuovo sistema ha già prodotto risultati concreti: i tempi per l’istruttoria delle pratiche si sono ridotti, e il tasso di accoglimento delle istanze è aumentato. Un segnale importante, dopo anni in cui la burocrazia ha rappresentato uno dei principali ostacoli per chi voleva investire al Sud. Il credito d’imposta, invece, è previsto dalla legge di bilancio 2024: 1,8 miliardi di euro stanziati inizialmente, poi aumentati a 2,2 miliardi per il 2025. Le imprese che acquistano beni strumentali e investono in strutture produttive nelle aree Zes possono beneficiarne, con percentuali agevolate. Una misura che, secondo il governo, punta a creare sviluppo strutturale e non sussidi temporanei. «La Zes Unica, promossa dall’ex ministro Raffaele Fitto, rappresenta una svolta vera per il Mezzogiorno – commenta Dario Iaia, deputato di Fratelli d’Italia – il governo Meloni sta dimostrando che è possibile sostenere il Sud con politiche industriali serie, superando la logica assistenzialista che per troppo tempo ha frenato la crescita dei nostri territori». Tuttavia, la Corte dei conti invita alla prudenza. Nella sua relazione, la magistratura contabile sottolinea, infatti, la necessità di un puntuale monitoraggio degli effetti delle misure e di un’azione amministrativa incisiva da parte della Struttura di missione. fe.dib.

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