«La Zes unica vola, va oltre le aspettative, in un anno ci sono state 630 autorizzazioni, tre volte in più rispetto alla precedente», a parlare è Giosy Romano, coordinatore della Struttura nazionale Zes, avvocato, esperto del settore. Appassionato, campano che si definisce «orgogliosamente meridionale». Romano è arrivato ieri ad Altamura per partecipare al convegno dal tema “Sviluppo del Mezzogiorno tra Zes e Pia”, organizzato dal Comune, in collaborazione con i Club Lions, grazie al patrocinio della Regione Puglia. I lavori sono stati moderati dal senatore Ignazio Zullo. A fare gli onori di casa il primo cittadino, Vitantonio Petronella e l’assessore regionale Gianni Stea. Nel pubblico una folta schiera di imprenditori dei settori più disparati (dall’agricoltura al turismo, passando per il manifatturiero) che sono arrivati ad Altamura per capire e intraprendere, in una città, quella murgiana, dove si supera il Pil nazionale.
Avvocato Romano, aveva annunciato che avrebbe fatto un road show per illustrare la normativa. Questa è una delle tappe. Il successo è visibile. Ma, in termini puramente economici, che significa che sono state già date in un anno 630 autorizzazioni?
«Significa un valore complessivo di circa 12 miliardi di euro, di cui pressoché la metà coperti dal credito d’imposta, assicurato dalla Legge di Bilancio».
Significa lavoro?
«In termini occupazionali significa che avremo 11mila nuovi addetti diretti e 34mila indiretti. Fare impresa non è un beneficio solo per l’imprenditoria, ma anche per un territorio e sono certo che questo sia solo l’inizio».
E il sud risponde?
«Assolutamente sì. Noi possiamo camminare sulle nostre gambe e comunque l’attenzione suscitata dalla Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno ha coinvolto anche altri Paesi, dalla Francia alla Germania, dov’è stata presentata a imprenditori, investitori e industriali locali».
Il sud ha però un precedente negativo. E’ stato spesso terra di conquista. Molto spesso arrivano non imprenditori, ma “prenditori”, presentano i progetti, ottengono i finanziamenti e scappano.
«Ha ragione, per evitare tutto questo non a caso la concessione del credito di imposta è subordinata alla permanenza dell’attività delle imprese nella Zes unica per almeno cinque anni, dopo il completamento dell’investimento. La pena? La decadenza dai benefici goduti».
Quale regione sta rispondendo meglio?
«Tutte, ma soprattutto Campania e Puglia».
E il settore dove c’è più richiesta?
«Il turismo, specie in Puglia e per certi aspetti inaspettatamente».
Lei ci dà numeri di un Meridione che cresce, che investe ed osa, la Zes unica è stata fortemente voluta dal ministro Fitto e già vede tanti risultati, non crede che invece l’autonomia differenziata sia una sorta di contraddizione rispetto a questa linea così abilmente tracciata?
«A mio avviso no. All’inizio anche l’idea di creare una Zes unica è stata narrata in maniera negativa ed osteggiata per la sua centralizzazione, perchè si riteneva ci fosse una sottrazione del potere, invece fatta in maniera sinergica con gli attori protagonisti del territorio, ma con una uniformità di vedute, che ha dato la possibilità a tutti i Comuni compresi nel perimetro della Zes, ha consentito di raggiungere numeri straordinari, con una visione che a mio avviso va correlata anche all’altra, ovvero che quando il sud è messo in condizioni, anche in autonomia, di correre con le proprie gambe, con le idee, ebbene allora non ha nulla da invidiare a nessuno. Qui non serve l’assistenzialismo. Riusciamo a sortire effetti nell’impreditoria, ad attrarre investimenti, anche dall’estero. Lo stiamo dimostrando. Le risposte ci sono. E sono tante. E andremo sempre meglio».