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Xylella, i biopesticidi rallentano i sintomi ma non c’è una significativa riduzione del batterio

I biopesticidi rallentano i sintomi della Xylella fastidiosa sugli ulivi infetti ma non si registra una riduzione significativa della popolazione del batterio.

È quanto emerso da uno studio presentato a Locorotondo. Il patogeno, da oltre 10 anni è ritenuto la principale causa del disseccamento di milioni di ulivi tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto.

Il progetto presentato è denominato Biovexo (realizzato attraverso la sinergia tra istituti di ricerca internazionali e consorzi privati) e nell’ambito delle attività sono stati sviluppati e testati in pieno campo, tra l’Italia e la Spagna e su ulivi e mandorli, pesticidi di origine biologica contro la Xylella e il vettore (Philaenus spumarius).

Sono stati provati due biopesticidi, creati attraverso un estratto di cipolla e un batterio endofita, nell’area epidemica del Salento.

Tra i risultati presentati, anche quelli relativi alle prove in campo condotte a Maiorca (Spagna) su mandorlo, che confermano i dati raccolti in Puglia sugli ulivi.

A chiudere il panel 2, la presentazione di sperimentazioni sull’impiego del biopesticida Biovexo contro il Philaenus spumarius, vettore della Xylella, nell’ambito di una strategia di gestione integrata dell’infezione.

La ricerca si è svolta nei comuni di San Vito dei Normanni, Oria, Squinzano e Francavilla Fontana, all’interno dell’area infetta. Ad oggi, le sperimentazioni Biovexo rappresentano le uniche prove condotte su un numero così ampio di piante, da 120 fino a 432 per alcuni uliveti.

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