La febbre del Nilo occidentale fa registrare il primo caso umano in Puglia. Un uomo di 46 anni, donatore abituale di sangue, ieri è risultato positivo al virus del West Nile durante i controlli di routine al centro trasfusionale dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. «La donazione non è stata effettuata – fanno sapere dall’Asl provinciale – e il paziente, che è asintomatico, sta bene ed è tornato a casa. I familiari saranno monitorati per verificare l’eventuale contagio. Le donazioni di sangue sono sicure per donatori e riceventi grazie ai test di screening obbligatori previsti in tutte le province classificate a rischio».
I cavalli
Mentre a Lecce si conferma il primo caso umano, nel Foggiano l’attenzione è alta per due episodi che hanno coinvolto cavalli, dopo quello che si è verificato nel Salento nei giorni scorsi. Il primo riguarda un animale ricoverato in un maneggio di Siponto, a Manfredonia, poi soppresso per le gravi condizioni cliniche. «La conferma dell’infezione è arrivata dal Cesme, il Centro di referenza nazionale per lo studio delle malattie esotiche – spiegano dall’Asl di Foggia – sono stati attivati i protocolli previsti, effettuati prelievi ematici e disposta la sorveglianza entomologica e veterinaria nell’area interessata».
Poche ore dopo, a Cerignola, è stato segnalato un secondo caso sospetto: un cavallo morto con sintomi neurologici compatibili con il virus. Gli esami sono ancora in corso, ma il Dipartimento di Prevenzione ha già rafforzato i controlli. Intanto, una circolare firmata da Giuseppina Moffa, direttrice facente funzioni del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Foggia, è stata inviata a tutti i sindaci della provincia e al prefetto. Il documento contiene le raccomandazioni per «contenere la diffusione delle arbovirosi», malattie trasmesse da zanzare, zecche e flebotomi.
La politica
Il tema è approdato anche in Consiglio regionale. «Ho inviato una richiesta ufficiale al presidente della Regione e agli assessori alla Sanità e all’Ambiente per lo stanziamento urgente di fondi destinati ai Comuni – dice Antonio Tutolo, capogruppo di “Per la Puglia” – è necessario intervenire con disinfestazioni settimanali nei mesi estivi, soprattutto tra agosto e settembre, per contenere i vettori del virus. Tuttavia, molti Comuni non dispongono delle risorse necessarie».
Sulla stessa linea Paride Mazzotta, capogruppo di Forza Italia: «Quando le proposte sono serie e utili per i cittadini non hanno colore politico: condividiamo la richiesta del collega Tutolo. La febbre del Nilo preoccupa i pugliesi e la Regione deve fare la sua parte. Non c’è motivo di creare allarmismo, ma intervenire subito con campagne straordinarie di risanamento ambientale è fondamentale per tutelare la salute pubblica». Il Sistema nazionale di sorveglianza resta attivo, ma il caldo record e i cambiamenti climatici aumentano il rischio di diffusione.
«La collaborazione dei cittadini e il sostegno delle istituzioni – sottolineano le Asl – sono fondamentali per prevenire nuovi focolai e proteggere la salute pubblica».